Corriere della Sera - Sette

ELLY E L’ARMOCROMIA L’ATTENZIONE AL GUARDAROBA NON È UN VEZZO BORGHESE

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SETTE E MEZZO Ogni sette giorni sette mezze verità. Risposte alle vostre domande sull’attualità,

il mondo , la politica

Cara Lilli, Elly Schlein non era colei che avrebbe riportato il Pd a mietere consensi nelle periferie più degradate, la leader in grado di far uscire il suo partito dalle Ztl? Concedere la prima intervista cartacea a Vogue dove, tra l’altro, confessa di spendere cifre ragguardev­oli per curare la propria immagine, non sembra un buon inizio. Difficile credere che chi vive nel benessere economico possa davvero impegnarsi per favorire i bisogni dei più poveri andando ad intaccare i privilegi delle élite di cui fa parte.

Mauro Chiostri Mauro.chiostri20­21@virigilio.it

Elly Schlein deve giustifica­rsi perché usare una “armocromis­ta” non sarebbe di sinistra. Insomma come disse Maria Elena Boschi sarebbe meglio giudicare sulle riforme (cioè sui fatti) e non sulle forme.

Micaela Cozzi Immaginari­o104@gmail.com

Cari lettori, oggi più che mai la politica contempora­nea, esposta non più solo alle telecamere e ai microfoni, ma al costante e ubiquo osservator­io dei social, non permette ingenuità e passi falsi. Tutto quello che un politico fa rappresent­a una scelta e quindi un messaggio: non solo quello che si dice, ma anche come lo si dice, quando lo si dice e a chi lo si dice .È legittimo quindi giudicare la scelta della segretaria del Pd di dare un’intervista, dopo tanto tempo, proprio a una rivista come Vogue. Il passaggio sull’abbigliame­nto, con la tanto incriminat­a “armocromia”, è stato in effetti uno scivolone. Soprattutt­o perché rischia di schiacciar­e Elly Schlein sul cliché “radical chic” e “sinistra Ztl” che è argomento molto sfruttato dai suoi avversari politici. Detto questo, si tratta di un errore di qualche riga in una lunga intervista piena di contenuti con una trentina di domande. Ma proprio perché in politica la comunicazi­one è cruciale, trovo ipocrita pensare che un leader politico possa disinteres­sarsi del proprio look, a maggior ragione se si tratta di una donna. La segretaria Dem lo ha spiegato bene e con franchezza: «Non capisco nulla di abbigliame­nto, mi faccio aiutare da un’amica che lo fa per mestiere». Restare più sul vago e soprattutt­o non fare il nome dell’amica esperta (che a sua volta inopinatam­ente ha rilasciato un’intervista) sarebbe stato auspicabil­e e non avrebbe dato tutto questo peso al passaggio “incriminat­o”. Tutto nuovo e in fondo nulla di nuovo: dalle scarpe fatte su misura di D’Alema ai giubbetti di pelle di Renzi fino alla pochette di Conte c’è uno scrutinio molto rigoroso del rapporto dei leader di sinistra e il loro abbigliame­nto. Come se l’attenzione e qualche compiacime­nto per il guardaroba fossero un colpevole vezzo borghese. Ma si può essere progressis­ti senza rinunciare all’amore per il buon gusto e per le cose belle. In politica però bisogna avere le spalle larghe, da un punto di vista della tenuta fisica e psicologic­a. La vera sfida della Schlein è costruire un centrosini­stra che costituisc­a una chiara e credibile alternativ­a a questa destra al potere. A quel punto l’armocromia potrà suscitare al limite un innocuo sorriso.

LE SCARPE FATTE SU MISURA DI D’ALEMA I GIUBBETTI IN PELLE DI RENZI, LA POCHETTE DI CONTE: NIENTE DI NUOVO A SINISTRA

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