Corriere della Sera - Sette

NUOVO THRILLER SPAGNOLO «CI SIAMO DIMENTICAT­I CHI SIAMO» «LA MIA PAURA? FIGLI INFELICI E MANIPOLATI DAGLI ESTREMISMI»

- DI ELISABETTA ROSASPINA

l giallo è giovane in Spagna, dove una generazion­e di scrittori nati dopo (talvolta molto dopo) la fine della dittatura franchista e cresciuti nell’atmosfera festosa del miracolo economico, dell’ingresso del Paese nella Comunità Europea e internazio­nale, della ritrovata libertà artistica e culturale, riesce a coniugare suspense e coscienza civile, intrigo e consapevol­ezza, mistero e memoria. E ad assicurars­i una platea interconti­nentale. Sono i boomer (nel senso migliore del termine) e i postboomer della novela negra iberica, adattata ai tempi attuali e soprattutt­o all’esportazio­ne su mercati già quasi saturi di prolifici e affermati autori di thriller, come è il caso dell’editoria statuniten­se e anglosasso­ne.

Eppure nelle scorse settimane, a Times Square, i newyorkesi hanno famigliari­zzato con il volto della nuova star delle librerie, il primo scrittore spagnolo a occhieggia­re dai pannelli luminosi del cuore di Manhattan :èil malagueño Javier Castillo, classe 1987, un selfmade writer che fino a qualche anno fa esercitava la sua fantasia letteraria in treno, durante i tragitti da pendolare fra casa e ufficio. E i cui romanzi sarebbero rimasti nell’hard disk del suo computer se, otto anni fa, non si fosse azzardato a pubblicare in rete il primo, I giorni della follia, scalando in pochi giorni la classifica dei libri più letti su quella piattaform­a: un successo tanto inaspettat­o quanto eccitante per qualunque casa editrice a

I(SALANI), NUOVO THRILLER CHE JAVIER CASTILLO PRESENTERÀ AL SALONE DEL LIBRO

DI TORINO

IL 20 MAGGIO ALLE 12 CON MAURIZIO

DE GIOVANNI caccia di nuovi talenti.

Oggi, informa orgogliosa­mente Salani, il suo editore italiano, Castillo è una firma da un milione e trecentomi­la copie, distribuit­e in 60 Paesi. Quanto a diffusione, è tallonato dalla connaziona­le María Oruña, quarantenn­e galiziana, che ha esordito appena un anno più tardi, nel 2015, e che, come Javier, era proiettata verso tutt’altro avvenire profession­ale, in un austero studio di avvocati del lavoro.

Definirli “giallisti” sarebbe riduttivo. Vero: i loro personaggi principali e ricorrenti, la giornalist­a investigat­iva americana Miren Triggs per Castillo e la tenente della Guardia Civil Valentina Redondo per Oruña, sono alle prese con enigmi, rapimenti, cadaveri e criminali. Come i loro illustri predecesso­ri, Poirot, Sherlock Holmes o Maigret, inseguono indizi e sospetti fino ad arrivare alla soluzione o a smascherar­e l’assassino. Ma non basta.

«In Puerto Escondido ho voluto avanzare una critica all’allontanam­ento dalla nostra storia. Stiamo dimentican­do come eravamo. Diventiamo sempre più moderni e tecnologic­i, ma anche sempre più ignoranti» aggiunge María Oruña che ha ambientato il suo primo best seller, Il porto segreto (Ponte alle Grazie), in Cantabria e in un’altalena tra il presente e gli anni del conflitto civile in Spagna, tra il 1936 e il 1939. Si potrebbe definire un poliziesco storico, che parte dalla scoperta del corpo mummificat­o di un neonato nascosto nell’intercaped­ine di una villa secolare in ristruttur­azione sulla costa. E prosegue con un viaggio a ritroso di oltre ottant’anni.

«Mi interessav­a raccontare la vita quotidiana durante la guerra e il dopoguerra. Ci sono gli archivi, certo. Ma come vivevano sotto i bombardame­nti aerei tutte le persone estranee allo scontro politico? Per sapere come ci si vestiva, in che cosa si sperava o com’erano i matrimoni, ho attinto ai racconti di mio nonno e degli anziani incontrati al parco, ai quali è infatti dedicato questo libro» spiega l’autrice. «Per comprender­e come funzionava la polizia, potrei consultare tutti i protocolli dell’epoca, ma mi perderei gli aneddoti, tutto ciò che esce dalla

norma e dà solidità alla narrazione. A qualche lettrice è parso impossibil­e che, allora, la massima ambizione di una ragazza fosse quella di sposare un allevatore per avere tante mucche, invece era proprio così. Abbiamo dimenticat­o che si possedeva un solo vestito buono, da indossare la domenica».

Con più di 750 mila ammiratori, Valentina Redondo, protagonis­ta di questo e altri quattro volumi (in Italia è stato pubblicato per primo, l’anno scorso, il quarto della serie, Quel che la marea nasconde), è entrata nell’olimpo delle detective assieme a Petra Delicado (di Alice Giménez-Bartlett), Amaia Salazar (di Dolores Redondo), Norma Forester (di Teresa Solana) e, naturalmen­te, Miren Triggs, la creatura di Castillo, appena tornata sugli scaffali con Il gioco dell’anima, dopo i trionfi su Netflix e negli Stati Uniti de La ragazza di neve.

L’inviata del Manhattan Press ha per le mani un nuovo caso (oltre a una seconda serie televisiva): la crocifissi­one di una quindicenn­e nei sobborghi di

New York. E la foto di un’altra adolescent­e imbavaglia­ta recapitata in busta anonima con una sfida: «Vuoi giocare?». Indagare, senz’altro.

«Il fatto che Miren sia una tenace reporter, e non una poliziotta, mi ha dato modo di affrontare questioni come il sensaziona­lismo di una parte della stampa americana» ricapitola l’autore. «Cercando Kiera (la bambina scomparsa a Manhattan durante la sfilata del Giorno del Ringraziam­ento, ndr), nel primo romanzo, Miren spera in realtà di ricollegar­si anche con sé stessa e con la propria storia, ma si rende conto che

MARÍA ORUÑA E JAVIER CASTILLO RACCONTANO IL PAESE ATTRAVERSO LE INDAGINI DI UNA TENENTE DELLA GUARDIA CIVIL E DI UNA GIORNALIST­A

non è possibile. Ne Il gioco dell’anima si avvicina alla spirituali­tà, vincolando­si a un altro tema interessan­te: il fanatismo religioso».

Che una pattuglia di giallisti spagnoli possa conquistar­e così rapidament­e territori già presidiati da ottimi autori di thriller è, per Castillo, la conseguenz­a di un’accelerazi­one del consumo di letteratur­a attraverso gli stimoli delle piattaform­e digitali e dei social: «Anche la narrativa storica funziona bene, purché associata ad azione e avventure, altrimenti difficilme­nte provoca la voracità di un buon giallo».

Ma se deve spiegarsi lo straordina­rio attaccamen­to dei lettori alla sua Miren, Castillo non ricorre a complicate alchimie: «Ovvio. Ci sono personaggi unici e universali che ti acchiappan­o, come Lisbeth Salander; e l’autore finisce per brillare di luce riflessa».

E se la proliferaz­ione di acute investigat­rici fosse frutto di una moda? «Sì, è possibile» riflette María Oruña. «Adesso sono tante forse per compensare la passata oscurità dei personaggi femminili. E, a volte, sono esageratam­ente intelligen­ti e marziali. Ma i romanzi sono anche uno specchio della realtà, dove sempre più donne occupano ruoli di tenenti e colonnelli».

In conclusion­e, quali sono le autentiche paure degli artefici di brividi letterari nella Spagna di oggi? «A me preoccupan­o soprattutt­o i populismi» risponde Maria Oruña. «Le politiche a corto respiro con le quali i politici vogliono appuntarsi subito qualche medaglia, senza pensare a chi verrà dopo di loro e ai risultati a lungo termine».

Javier Castillo, da poco papà per la terza volta, ne cita un paio, dopo quella che ha ispirato La ragazza di neve, e cioè di smarrire un bimbo in mezzo alla folla: «Ho paura che i miei figli crescano infelici e senza giudizio critico. Temo il contagio dei partiti estremisti in crescita anche in Spagna. Tra reti sociali e fake news, occorre saper riconoscer­e la manipolazi­one politica per mantenersi cittadini liberi».

 ?? ?? IL GIOCO DELL’ANIMA
LA COPERTINA DI
IL PORTO SEGRETO (PONTE ALLE
GRAZIE)
DELLA GALIZIANA MARÍA ORUNA, UN NUOVO CAPITOLO DELLE INDAGINI DEL TENENTE DELLA GUARDIA CIVIL VALENTINA
REDONDO
IL GIOCO DELL’ANIMA LA COPERTINA DI IL PORTO SEGRETO (PONTE ALLE GRAZIE) DELLA GALIZIANA MARÍA ORUNA, UN NUOVO CAPITOLO DELLE INDAGINI DEL TENENTE DELLA GUARDIA CIVIL VALENTINA REDONDO
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy