QUEL DETTAGLIO CHE NON TORNA DAI NOSTRI “PERCHÉ” IL PIACERE DELLA MERAVIGLIA
«L’esperienza più bella che possiamo avere è il senso del mistero. È l’emozione fondamentale, la culla della vera arte e della vera scienza. Chi non lo sa e non può più meravigliarsi, è come morto, e i suoi occhi sono offuscati». È una frase di Albert Einstein, che Carlo Rovelli ha voluto in esergo al suo ultimo libro (Buchi bianchi, Adelphi). A ragione, perché la scienza, e con la scienza ogni manifestazione del pensiero umano, non avanzerebbe di un millimetro se non fosse capace di stupirsi, di provare meraviglia – di lasciarsi sorprendere e dunque di fare la cosa più importante. Imparare a chiedersi: Perché?
Sembra facile, ma spesso è la parte più difficile. Lo spettacolo del sole che sorge e tramonta, il moto silenzioso delle stelle, il funzionamento dei nostri corpi … Esperienze scontate, e dunque chiare. O no? Così capita che a volte si faccia strada la domanda fatidica: perché? È un perché che implica tante questioni, perché le cose esistono, perché funzionano come funzionano (perché il nostro cuore continua a battere? Perché la Terra non va contro la Luna?)... La capacità di stupirsi di fronte a questi e tanti spettacoli (non c’è niente nella natura che non sia degno della nostra ammirazione, scriveva Aristotele) è l’inizio di tutto. E queste domande apparentemente innocue o perfino inutili innescano un meccanismo che porta lontano. Il desiderio di capire costringe a rimettere in discussione certezze e convinzioni. C’è sempre un dettaglio che non torna, un particolare che stona con il quadro d’insieme. E la risposta di cui siamo in cerca rivela a volte le cose in una luce completamente diversa e inattesa – è sempre una scoperta, e la meraviglia aumenta, costringendoci a cambiare l’organizzazione dei nostri pensieri. Come aveva fatto Copernico, ad esempio.
Per secoli tutto era stato chiaro: gli oggetti del cielo (stelle, pianeti) si muovono in modo circolare – non è questo che osserviamo? – mentre le cose intorno a noi si muovono in modo rettilineo (o cadono come le pietre o salgono come il fuoco). Chiaramente l’universo è diviso in due parti, una divina, eterna perfetta l’altra imperfetta, caduca. È tutto chiaro, no? E invece, a furia di domandarsi e voler capire, Copernico scopre che è tutto diverso, che questa divisione non esiste: il Sole e la Terra fanno parte dello stesso sistema, le gocce di pioggia e quei puntini luminosi così lontani che vediamo di notte seguono le stesse leggi… Sorprendente, no? Ma il viaggio è ancora lungo, se si pensa che le ricerche di cui parla Rovelli sulla falsariga delle teorie di Einstein sulla relatività rimettono in discussione addirittura la nostra concezione del tempo e dello spazio. Sembrano astruserie, tutti questi problemi – e una perdita di tempo, per chi va di fretta. Ma è proprio grazie a chi ha saputo chiedersi «perché» che siamo stati capaci di arrivare fino alla luna (diversamente, saremmo ancora al Sole che gira intorno alla Terra). Del resto, non si capisce perché ci si debba sempre giustificare. Piuttosto c’è da sperare che tutti possano prima o poi godere del piacere della meraviglia: perché non c’è piacere più intenso di quello che si prova quando si usa l’intelligenza.
ROVELLI (RI)PARTE DA EINSTEIN. LA SCIENZA NON AVANZEREBBE DI UN MILLIMETRO SE NON FOSSE CAPACE DI STUPIRSI
LA CARRIERA
BIOGRAFIA Francesco Clemente è nato a Napoli, nel 1952. Ha compiuto studi di architettura a Roma. Negli Anni 80 il suo lavoro è stato associato al movimento della Transavanguardia codificato dal critico d’arte Achille Bonito Oliva. La sua pittura si è poi evoluta nel Neo Espressionismo. Dal 1980 vive a New York, dove ha studio
MOSTRE IN CORSO Angelus Novusda Vito Schnabel a New York/ Everything Only parte di Sangam, Confluenze al Neta Mukesh Anbani Cultural Center a Mumbai. Suoi dipinti, realizzati insieme a JeanMichel Basquiat e Andy Warhol sono esposti alla Fondation Vuitton di Parigi nella mostra BasquiatxWarhol.
Per la famiglia Ceretto, nella Langhe, ad Alba (dove ha già eseguito nel loro
ristorante Piazza Duomo un affresco) sta realizzando una scultura per un nuovo
progetto