AGGRESSIVO, POI MITE: SALVINI HA CRIPPA PIÙ SOSIA CHE EREDE
Notizia riservata a tutti quelli che aspettano il giorno in cui Matteo Salvini deciderà di andare in pensione (diciamo buona parte di Fratelli d’Italia, Forza Italia al completo e le cosiddette opposizioni in blocco): mettetevi con l’animo in pace, perché Salvini ha già pronto un erede. Lo sta facendo crescere a sua immagine e somiglianza. Certo, è un lavoro complesso, che richiede cura e passione. Ma sta riuscendo magnificamente. Dico di più: questo Andrea Crippa rischia forse di rivelarsi molto più di un erede. Ma il vero e proprio sosia del leader leghista. Basta guardarlo, e ascoltarlo, anche adesso. A 37 anni è già capace di alternare posture politicamente aggressive ad altre miti, di botto quasi francescane. I due, se ho ben capito da una fonte di solito attendibile, stringono profonda amicizia nel 2016, a Bruxelles: quando Salvini è europarlamentare e Crippa è ingaggiato come suo portaborse. Condividono lo stesso appartamento di 40 metri quadrati: e va bene che Crippa è quasi sempre solo, perché Salvini in Parlamento si rivela un formidabile assenteista, però qualche cenetta alla fine ci scappa, e la miccia dell’intesa intellettuale si accende. La carriera di Crippa è inarrestabile: nel 2015 diventa capo dei giovani padani (e veloce corre a Mosca per stringere un accordo con i putinisti della Giovane Guardia di Russia Unita), nel 2018 sbarca a Montecitorio in un seggio blindato e l’anno seguente è promosso vice-segretario. Con una non casuale libertà di parola (mai troppo concessa nella Lega: partito rigido, dove parla e decide tutto il capo, cioè Salvini, punto e basta). Per ricordare le ultime imprese: quando l’ex generale della Folgore Roberto Vannacci si mette a fare il capopopolo pubblicando un libro pieno di robaccia con gusto fascistoide, e ondeggiando tra razzismo, negazionismo e omofobia («Cari omosessuali, normali non siete: fatevene una ragione!»), Crippa subito lo arruola: «Se il comandante decide di candidarsi, le porte della Lega sono aperte». Poi apre una crisi diplomatica con la Germania, sfoggiando una vera raffinatezza storica: «Ottant’anni fa la Germania invadeva gli Stati con l’esercito, ora finanzia l’invasione con i clandestini». Salvini gongola. Per un leader è una fortuna sapere che niente della sua esperienza politica andrà smarrita.
È STATO PORTABORSE DEL LEADER A BRUXELLES: HANNO VISSUTO IN UNA CASA DI 40 METRI