GERONIMO LA RUSSA IL PREDESTINATO (A STARE DENTRO I CDA)
Avevo proposto di dedicare questa rubrica a Geronimo La Russa, mi sembrava un’idea croccante. Solo che ora sto qui, e mi chiedo: ha senso? Non abbiamo già visto tutto e il contrario di tutto, in politica? Perché questa è una storia con tanta politica dentro. Ma tanta. Calma, va bene: esaminiamo i fatti. Allora: Geronimo, 43 anni, avvocato, è figlio di Ignazio, il presidente del Senato, che l’ha avuto in prime nozze. Poi “Gnazzzio” (cit. Fiorello) s’è risposato e gli altri due figli li ha chiamati Lorenzo Kocis (l’unico avviato sulle orme del padre) e Leonardo Apache (che fa il rapper e, attualmente, è indagato con l’accusa di violenza sessuale). Geronimo è quello che è andato subito sul sicuro. A 14 anni, dentro un’adolescenza un po’ agitata, fa volantinaggio con altri camerati, ma a 25 è già nel cda della Premafin di Ligresti: ha capito che la sua vera passione sono le poltrone. Così, inizia a collezionarle. Siede nel board di M4 Spa (costruzione metro di Milano) e poi è in Sara Assicurazioni, Milan RealEstate e M-I Stadio srl, oltre ad essere membro della holding H14 (insieme agli amici Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi) e presidente di Aci Milano, essendo un grande appassionato di auto e motori. Con questa logica, Paolo Sorrentino dovrebbe diventare allenatore del Napoli. Ma lasciamo stare. Se ti chiami La Russa, capita ti facciano fare un sacco di cose. «So di aver avuto più opportunità rispetto ad altri». Opportunità, badate bene: non poltrone. Così lo infilano anche nel consiglio di amministrazione del Piccolo Teatro di Milano, leggendario luogo di culto fondato da Giorgio Strehler, Paolo Grassi e sua moglie Nina Vinchi. Geronimo entra in questo tempio della recitazione su indicazione del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano (già nel mito per l’affermazione: «Dante era di destra»). Il sindaco Giuseppe Sala dice di «nutrire dei dubbi» (eufemismo). Lui, Geronimo, commenta sul Corriere con Maurizio Giannattasio: «I cda di molte istituzioni culturali sono pieni di politici o ex politici di sinistra: perché La Russa non va bene?». Benedetto figliolo, come perché? Perché, per dire, il suo papà e tutti i Fratelli d’Italia sostenevano che, con loro al governo, sarebbe stato finalmente premiato il merito. E non il solito cognome (ma sì, la rubrica ci stava).
IL PRIMOGENITO DEL PRESIDENTE DEL SENATO: «PERCHÉ IL MIO COGNOME NON VA BENE?»