COSÌ LA SEMAGLUTIDE STA CAMBIANDO LA NARRAZIONE DEL “GRASSO”
Dopo decenni di ricerca vana e farmaci deludenti, si sente dire che questo principio attivo decreterà la fine di un’epoca, la sconfitta definitiva dell’obesità. Ma quanti avranno la forza e i soldi (tanti) per farsi queste iniezioni per tutta la vita? E le prossime generazioni di umani predisposti ad ingrassare, anche loro saranno condannate ad assumere un antidoto il cui effetto magico sparisce appena smetti di prenderlo?
Sei grassa o grasso perché sta scritto nel tuo Dna. Perché si può resistere a tutto tranne che alle tentazioni. Perché te ne freghi di quello che pensano gli altri e ti sta bene così. Perché dove lo trovi il tempo per cucinare pasti equilibrati. Perché gli ultimi trattamenti miracolosi costano sempre troppo per le tue tasche. Perché la vita fa schifo e il frigo è una consolazione. L’elenco potrebbe continuare, perché in fondo ognuno è grasso o magro a modo suo. Io mi dico che sono magra perché in famiglia siamo fatti così, perché di natura non ho molto appetito e lo stress me lo spegne del tutto. Ma la magrezza può raccontare storie diverse. E tanti sono impegnati in una lotta quotidiana per non prendere peso: contano passi e calorie, digiunano in modo intermittente, accudiscono il microbioma, varie ed eventuali.
Anche sgombrando il campo dai disordini alimentari, che sono un rompicapo a parte, la questione è dannatamente complicata. Il peso corporeo è altamente ereditabile (anche se meno dell’altezza). Decine, anzi centinaia di geni contribuiscono al risultato finale, facendoci saziare più o
sine die
IL PESO CORPOREO È ALTAMENTE EREDITABILE (ANCHE SE MENO DELL’ALTEZZA). MA ANCHE COME E DOVE VIVIAMO CONTA PARECCHIO
Mia nonna paterna era grassa, il fratello di mio padre era grasso, mio padre era più oscillante che grasso ma con il cibo non è mai andato molto d’accordo. La più grassa di tutti era la figlia della sorella di mia nonna, cioè la cugina di mio padre. Nessuno di loro ha mai ammesso di mangiare più calorie del necessario o che comunque il culone non era un dispetto divino ma il risultato abbastanza lineare di pasti troppo abbondanti e di merende troppo numerose. Tutti erano sempre a dieta, e ho ancora un vecchio libro di ricette ipocaloriche che mia nonna forse ritoccava per renderle meno insipide e meno tristi.
Per mia nonna darti da mangiare era una forma di amore e non si può certo lesinare sull’amore. Insomma, l’intreccio tra amore e cibo, tra negazione e lasagna, tra calorie e disinteresse, tra piacere e disturbo alimentare è sempre stato presente nella mia vita. E forse per questo che ho una predilezione per l’evoluzione del senso estetico delle carni e per le ipotesi di chi ingrassa. Essere grasso è una descrizione ma in quella parola ci sono giudizi morali e rimproveri, anche se siamo
meno facilmente, settando diversamente il nostro metabolismo, accumulando il grasso in modo più o meno localizzato. Ma anche dove e come viviamo conta parecchio. Non è una questione di genetica versus ambiente, valgono entrambi e tutto si intreccia. Alla fine non esiste un solo tipo di obesità, e non è detto che i sottotipi siano tutti ugualmente gravi dal punto di vista della salute.
Quanto agli aspetti socioculturali, è probabile che la narrazione emergente, quella dell’obesità genetica, non sia meno stigmatizzante della vecchia cornice interpretativa secondo cui la colpa era del carattere, della scarsa forza di volontà. Anche la storia dell’epidemia di grasso, a pensarci bene, è stata opprimente come narrazione, perché è difficile sentirsi meglio sapendo di avere una malattia che non si può nascondere e per la quale la scienza non ha soluzioni facili. Nell’ultimo anno, improvvisamente, è scoppiato il caso del primo rimedio davvero efficace, nato per il diabete e ora acclamato per il potere dimagrante. Dopo decenni di ricerca vana e farmaci deludenti, si sente dire che la semaglutide decreterà finalmente la fine di un’epoca, la sconfitta definitiva del grasso. Ma quanti avranno la voglia e i soldi (tanti) per farsi queste iniezioni per tutta la vita? E le prossime generazioni di umani predisposti a ingrassare, anche loro saranno condannate ad assumere sine die un antidoto il cui effetto magico sparisce appena smetti di prenderlo? Pensiamoci, ma intanto prendiamo atto che esistono corpi, circonferenze, bisogni e problemi diversi. La medicina fa bene il suo mestiere quando considera le singole persone oltre ai loro chili. noi a essere grassi, soprattutto se siamo noi.
È tutto affascinante quello che gira intorno al cibo e alle sue conseguenze, al suo rifiuto e all’eccesso, alle abitudini e alle pretese di saperla lunga.
Non sappiamo ancora un sacco di cose e fare studi affidabili con così tante variabili è un rompicapo irrisolvibile.
Ma se siamo grassi o no è un problema nostro oppure anche un problema sociale e sanitario? Non è mica facile rispondere, soprattutto volendo poi tenere quella risposta solo per le troppe Sacher e le doppie porzioni di carbonara e non per gli altri comportamenti.
E se poi è più colpa della genetica, che responsabilità avremmo? Sarà colpa di mia nonna, mica mia.
Abbiamo assistito alla moltiplicazione delle diete magiche e delle categorie alimentari (ed esistenziali), al food porn, ai mille programmi di cuochi e ai reality, ai bibitoni e agli slogan (come dimenticare quello di Herbalife, vuoi dimagrire? Chiedimi come), all’arrivo di una falsa soluzione qual è la body positivity — un miscuglio di marketing e di buoni propositi — perché se siamo tutti belli come siamo, la bellezza non ha più significato. Ma poi chi ha detto che dobbiamo essere belli?
Essere grassi è un problema soprattutto nostro e smettete di rompere le scatole agli altri, smettiamo di adottare implicazioni facilone e di offenderci. Se qualcuno vi dice che siete grassi invece di incartarvi non è meglio rispondere, mica sono cieca, e quindi? Infine, e come buona abitudine, dovremmo ricordarci sempre che ne sappiamo così poco che sarebbe bene essere più prudenti con gli entusiasmi e con le condanne.
LA BODY POSITIVITY È UNA FALSA SOLUZIONE: SE SIAMO TUTTI BELLI COSÌ COME SIAMO, LA BELLEZZA NON HA PIÙ SIGNIFICATO