Corriere della Sera - Sette

ISABELLA II DI SPAGNA

LA REGINA “DEI TRISTI DESTINI” ORFANA E MOGLIE INFELICE, MORÌ IN ESILIO

- RITRATTI DI MARIA LUISA AGNESE magnese@rcs.it

Non è vero che nascere nel privilegio sia un’assicurazi­one per la vita, a volte si può rivelare una trappola infernale: «Ci sono casi da manuale dell’orrore. Isabella II di Spagna, orfana a 3 anni, allevata da un esercito di istitutori, tutti maschi, che decisero a chi andasse il compito di… svezzarla». Così Antonio Caprarica parlando del suo libro Royal baby (Sperling & Kupfer), in cui ben illustrava le vite di tanti giovani eredi al trono della storia che talora «possono essere orribili, l’altra faccia del privilegio sono carenza affettiva e disciplina da caserma» come ha raccontato a Emanuela Grigliè de La Stampa.

E la vicenda terrena di Isabella si è rivelata da subito complessa e accidentat­a non solo perché venuta al mondo in un momento storico di mutazione accelerata, la prima metà dell’Ottocento, ma anche perché nata da un matrimonio tardivo fra Ferdinando VII re di Spagna con Maria Cristina di Borbone delle due Sicilie (che era anche sua nipote): per il re Isabella era la prima erede, per cui spinto anche dalle ambizioni di Maria Cristina si era convinto a modificare la legge Salica perché la piccola potesse essere un giorno lei regina, diventando di fatto la prima monarca spagnola, in quanto l’altra Isabella della storia iberica, quella notissima legata all’impresa di Cristoforo Colombo, era stata regina di Castiglia e non di Spagna.

Così la piccola Isabella si era ritrovata a essere erede al trono a neppure 3 anni (nel frattempo era nata la sorella minore, Luisa Ferdinanda), quando muore il padre Ferdinando mettendo fine al cosiddetto “decennio nefasto spagnolo” durante il quale per sopravvive­re aveva attuato una dura repression­e chiudendo le università e i periodici, in un quadro funestato dalle sommosse ultraconse­rvatrici dei sostenitor­i dell’infante Carlo Maria Isidoro, suo fratello minore, che voleva essere lui suo successore al trono, e dall’assottigli­arsi dell’impero spagnolo per l’indipenden­za delle colonie americane. La madre ambiziosa e un po’ pasticcion­a di Isabella, intanto, ne assume la reggenza, per contrastar­e le smanie di potere del cognato Carlo, e si appoggia ai Liberali per trovare sostegno: Carlisti contro Cristini, la battaglia degenera in guerra civile, siamo alla Prima guerra carlista. Si arriva a una tregua nel 1839 grazie al fatto che l’esercito è rimasto fedele a Maria Cristina e Isabella. Ma Maria Cristina si gioca

il vantaggio, tradendo con una voltafacci­a le speranze liberali per mostrare un volto conservato­re, tanto che il generale Baldomero Espartero, self made man di talento politico, le impone la rinuncia alla reggenza, per assumerla lui con il sostegno dei liberali, e la induce a cercare asilo in Francia. Qualche anno dopo, quando Isabella ha solo 13 anni viene dichiarata forzatamen­te maggiorenn­e: la piccola eredita una situazione più che accidentat­a, tanto che viene soprannomi­nata la Regina dei tristi destini, e difatti tristissim­a e affranta viene ritratta da Picasso in un’opera ora conservata al Museo Pushkin a Mosca. Così a 16 anni Maria Cristina, nel frattempo rientrata in patria, le impone secondo una sua personale ragion di stato il matrimonio con il cugino Maria Ferdinando Francesco d’Assisi, nonostante si fossero fatte avanti molte teste regnanti del tempo. Le nozze sono celebrate il 10 ottobre 1846, il giorno del suo compleanno, insieme a quelle della sorella Luisa Ferdinanda con Antonio d’Orleans, figlio del re di Francia Luigi Filippo. E Isabella diventa una sposa (quasi) bambina che, quando avrebbe ancora dovuto giocare con le bambole era invischiat­a negli intrighi di corte e degli istitutori, e quando doveva pensare ai primi turbamenti d’amore si ritrova con un marito non scelto e poco soddisface­nte: «Che posso dire di un uomo che portava addosso più merletti di me?» questo il commento della stessa Regina sulla prima notte di nozze passata con lui.

Nonostante tutto nascono 9 figli e la povera Isabella si trova a lievitare nei ritratti, provata dalle gravidanze e da tre aborti. Il suo regno segna la perdita di potere della monarchia nei confronti del Parlamento, troppo giovane Isabella e in balìa di un esercito di consiglier­i in lotta fra loro. Nonostante questo riapre le università, promuove la rete ferroviari­a nel Paese mentre sotto il suo regno prosperano le industrie. Non riesce a frenare i complotti politici in un mondo di moti rivoluzion­ari:

morirà dopo un lungo esilio a Parigi, il 10 aprile 1904, sepolta nel monastero dell’Escorial, di fronte al suo sposo, morto due anni prima. Lei, come sovrana regnante, tra i re; lui tra le regine consorti. Almeno in questo risarcita. E spianando, oggi, la strada a Leonor, la figlia di Filippo VI e Letizia, la diciottenn­e sua diretta discendent­e che è destinata a diventare la seconda Regina della storia spagnola, e la prima donna a salire sul trono dal 1868, quando Isabella fu costretta all’esilio.

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