Corriere della Sera - Sette

UN BRUNELLO SUL TAVOLO DEI POTENTI

Nuovo traguardo per Giannelli di San Filippo

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Il suo Brunello di Montalcino è stato servito ai potenti del mondo riuniti all’ultimo vertice di Davos. E non è stata una operazione di marketing. L’esperto di vini incaricato di scegliere le bottiglie ha puntato, con una scelta indipenden­te, su Le Lucére, il cru di San Filippo, la cantina di Roberto Giannelli (nell’illustrazi­one qui sotto). L’evento per imprendito­ri e politici appassiona­ti e collezioni­sti è stato l’“Annual Wine Forum Tasting”, tra un dibattito sui rischi di recessione e uno sull’emergenza climatica. Assieme a una serie di etichette francesi di alto lignaggio (Chateau Latour 2003 ad esempio) c’era Le

Lucére 2010 (con un altro Brunello, il Tenuta Nuova 2010 di Casanova di Neri). Un altro riconoscim­ento importante per Giannelli, fiorentino sessantenn­e, dopo che Wine Spectator ha inserito l’annata 2015 del suo Brunello nella top ten dei migliori vini del mondo. Ex imprendito­re nel settore immobiliar­e, Giannelli ha investito nel borgo ricavando una moderna cantina e un wine resort. La tenuta è antica, il primo Brunello è del 1972. Giannelli è arrivato a Montalcino negli anni Novanta. «Ero solo un appassiona­to di vino» racconta «dopo aver visitato questa azienda che due fratelli avevano messo in vendita ho deciso di cambiare vita e diventare vignaiolo. L’aiuto più grande l’ha dato Roberto Anselmi, un amico produttore veneto, mi mandò il suo agronomo, Patrizio Gasparinet­ti, che in un memorandum che ancora conservo dettò le regole da seguire». Da allora San Filippo è diventata bio e punta su vino dallo stile tradiziona­le e dal lungo affinament­o. 45 Mila bottiglie, 10,5 ettari per il Brunello e 4 per il Rosso di Montalcino.

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