PENSAVI FOSSE AMORE INVECE ERA PROPRIO UN CALESSE (MA NON È COLPA DI TIKTOK)
Caro Massimo, scrivo con la morte nel cuore di una storia che, se il sommo Gabo G. Marquez fosse ancora tra noi avrebbe magari battezzato “L’amore ai tempi di Tiktok”. Personaggi principali: il sottoscritto alias BlackBerrysmoke62 nickname tiktokiano dedicato alla mia southern rock band preferita + anno di nascita, tifoso interista. E GraceKelly, sempre ovviamente nickname, accesissima tifosa Juve. Lei posta dopo la sconfitta contro l’Udinese una professione di fede eterna nei colori, con sfondo sonoro del Liga, notoriamente interista. Glielo faccio notare commentando a mo’ di sfottò e, dopo pochi minuti, mi replica ribadendo cieca fedeltà alla Juve e che comunque il Liga è di tutti. Da lì parte una chat torrenziale, dapprima amicale, per poi diventare corrispondenza di amorosi sensi. Ci accomunano matrimoni falliti, figli, uno io e due lei, ci separano 900 km e 18 anni di età. Si arriva allo step di fissare appuntamento x luglio a Napoli x conoscerci, ma io molto più partito di lei sento man mano scemare la storia. Finché ieri, colpo di scena finale, ricompare una sua vecchia fiamma che lei mi diceva di non avere scordato, le chiede di riagganciare e così avviene. The end, con grandissimo rammarico per il bel film che era e non è stato. Ci siamo lasciati bene, pur essendoci visti solo sulle nuvolette delle chat e sentiti qualche volta, il destino sa essere malvagio, spesso... anche perché Mr X che piomba in scena sul finale è nerazzurro pure lui. Life goes on, anche se fa male, molto.
BlackBerrysmoke62
QUANTE PAROLE INGLESI, caro Black, almeno per i miei gusti da provinciale. Ma te le concedo, sperando che non abbiano affaticato troppo gli altri lettori. A tenermi agganciato è stato il tuo tono ironico e anche un po’ autoironico, del quale ti sono grato. Mi sono permesso di andare a controllare la data della sconfitta interna della Juventus contro l’Udinese: il 12 febbraio. Quindi l’inizio della vostra corresponsione di amorosi sensi virtuali risale a quei momenti. E allora come mai, vista la passione che fin da subito hai nutrito per la bianconera non pentita GraceKelly, hai pianificato il vostro primo incontro per luglio, vale a dire circa centocinquanta giorni dopo? Preferivi aspettare la fine del campionato e l’inizio del calciomercato? Elogio e invidio la tua pazienza, dote oggi alquanto rara, ma certe pulsioni vivono sull’onda dell’impellenza e il tempo dell’attesa le deforma o le fa appassire.
La tua storia mi ricorda il titolo di un film di Troisi: Pensavo fosse amore e invece era un calesse. Lo scambio di confidenze su TikTok, che tu avevi preso come un chiaro segnale di interesse a intrecciare una relazione, per lei evidentemente era solo l’avvio di un’amicizia virtuale, quindi poco impegnativa, con cui riempire la solitudine aspettando di meglio: l’arrivo di un nuovo amore o, come poi è stato, il ritorno di quello vecchio. Queste dinamiche non sono nate con i social. Anche prima capitava di incontrare alle feste delle strane coppie di amici, in cui si capiva benissimo
«IO INTERISTA, LEI JUVENTINA: È PARTITA UNA CHAT TORRENZIALE. DOVEVAMO VEDERCI A LUGLIO, POI SI È RIFATTO VIVO IL SUO EX...»
che uno dei due avrebbe ambito a uno scatto di ruolo, mentre l’altro (o l’altra) considerava il partner come semplice accompagnatore, anche se spesso gli/le lasciava credere di poter diventare qualcosa di più. I social hanno reso lo schema molto più agevole e comodo: il devoto “accompagnatore” si è trasformato in un corrispondente lontano e affettuoso, qualcuno con cui sfogarsi e a cui chiedere consigli su tutto sentendosi protetti e capiti, senza neanche il fastidio della presenza fisica.
Non credo che, se vi foste frequentati dal vivo, l’esito della storia sarebbe stato molto diverso. A meno che, incontrandovi di persona, fosse scattato tra voi quel meccanismo che gli snob detestano chiamare “alchimia”, ma che è esattamente quella cosa lì: un irrazionale e ingestibile moto di attrazione che soltanto gli sguardi, le voci e gli odori possono far scattare. Perché non c’è dubbio che l’amore ai tempi dei social annulla le distanze, ma al tempo stesso le dilata, rischiando di ridursi a un mero impulso cerebrale, mentre, per fortuna, nei sentimenti veri la testa arriva sempre dopo.
I SOCIAL RISCHIANO DI RIDURRE I SENTIMENTI A IMPULSI CEREBRALI INVECE, NEI RAPPORTI VERI, LA TESTA ARRIVA SEMPRE DOPO