«OH, GIUSEPPI, MY FRIEND» S’È TOLTO LA POCHETTE ORA FA IL GRUPPETTARO
Forse è il caso di cominciare a scrivere con chiarezza che Giuseppe Conte, finora, ha sbagliato poche mosse. Era circondato da un certo scetticismo, la politica continuava a viverlo come un mezzo intruso, molti si ostinavano a considerarlo solo uno sconosciuto avvocato di Volturara Appula travolto da un insolito, incredibile destino. Invece si sta rivelando furbissimo e spietato. Bravo? Sì, è bravo. Certo, potete pensare tutto il peggio di quello che dice e che fa. Ma, dal suo personale punto di vista, e da mesi, sta giocando una partita pressoché perfetta.
Prima, si è definitivamente impossessato del M5S (ne è ormai il padrone incontrastato, senza mezzo delfino, e ha pure relegato nell’ombra il povero Rocco Casalino, considerato rumoroso e, con le sue clamorose gaffe, ingombrante). Poi, ha puntato le Europee: vuole ottenere un voto in più del Pd e – in prospettiva – sentirsi così autorizzato a pretendere d’essere il candidato premier del centrosinistra, per un terzo, clamoroso giro a Palazzo Chigi. È a questo che sta lavorando, Conte. Come? Già s’è scritto: sembra un coccodrillo travestito da camaleonte. Un giorno regala abbracci melliflui in un presunto “campo largo”, il giorno dopo azzanna feroce. Elly Schlein ci casca regolarmente. Non solo: in qualche caso – come nella tragica vicenda barese – è addirittura arrivato a dettarle l’agenda. Dicendole una roba tipo: con te parlo solo se ti decidi a dare una ripulita al tuo partito.
Elly, invece d’infuriarsi, convocare una conferenza stampa e chiedere le sue scuse, gli ha detto sì, certo, ora provvedo. La segretaria dotata di bio-borraccia con lui è sempre in ritardo, o dentro un increscioso stupore. Al punto che molti osservatori s’interrogano: non sarà la sua modestia a far sembrare Conte un politico di rango? Risposta complessa. Perché Conte aveva già dato segnali di spregiudicatezza e abilità. Ci sono cronache forti come allucinazioni. Con lui che incontra Putin a Roma, coltiva un ottimo rapporto con Trump («Oh, Giuseppi’, my friend!»), intreccia relazioni con la Cina di Xi Jinping. Poi guida due governi: uno gialloverde, uno addirittura giallorosso. Adesso s’è tolto la pochette. E, talvolta, assume posture da gruppettaro. In privato è piuttosto simpatico. Però non capisci mai bene cosa stia pensando. Appunto.
HA COLTIVATO RAPPORTI CON TRUMP, PUTIN E XI ORA CONTE VUOLE UN PUNTO PIÙ DEL PD