Corriere della Sera - Sette

DOLORE, MERAVIGLIA: ANCHE I FILOSOFI (E I POETI) HANNO UN CORPO

- DI DANIELA MONTI E LUCA MASTRANTON­IO

1 IN METAMORFOS­I

DI ROSI BRAIDOTTI (CASTELVECC­HI)

Chi ha amato Soggetti nomadi, il best seller della filosofa Braidotti — nomade lei stessa, e non poteva che essere così: nata a Latisana, cresciuta in Australia, studi in Francia, carriera nei

Paesi Bassi, all’università di Utrecht — leggerà con interesse questo secondo capitolo della triplogia sul nomadismo, ripubblica­ta da Castelvecc­hi, che esplora il versante culturale delle identità fluide e apre il dibattito sulla questione tecnologic­a. Un volume-cerniera, che organizza il lavoro della filosofa e fa un nuovo passo avanti nella critica, sempre più profonda, all’universali­smo umanista.

2 FILOSOFIA: MASCHILE SINGOLARE

DI LORENZO GASPARRINI (TLÖN)

Anche questo godibiliss­imo saggio di Gasparrini è una critica all’universali­smo, che per troppo tempo ha creduto e ha fatto credere, soprattutt­o in filosofia, che i concetti fossero indipenden­ti dai corpi di coloro che li pronuncian­o. Gasparrini quel corpo dimenticat­o lo porta invece in primo piano facendo, con un’operazione efficaciss­ima, dell’appartenen­za di genere la condizione impensata del pensiero.

3 NARRARE L’ITALIA

DI LUIGI ZOJA

(BOLLATI BORINGHIER­I)

Storia, arte, letteratur­a e psicanalis­i, dal Medioevo ai giorni nostri: attingendo a questo universo di conoscenze Luigi Zoja, saggista e psicanalis­ta, prova a rispondere alla domanda delle domande — chi sono gli italiani? Cos’è l’Italia? — attraverso l’autorappre­sentazione che hanno dato, nel tempo, coloro che hanno abitato il Paese.

Una narrazione collettiva che influenza, e quindi in parte determina, anche il presente. E, soprattutt­o, aiuta a capirlo.

4 DIMENTICAM­I DOPODOMANI

DI ANDREA DI CONSOLI (RUBBETTINO)

Diceva Primo Levi che un’ape che sta ai bordi dello sciame è l’unica che sa di farne parte. Usa questa immagine Mario Desiati per salutare nella prefazione il ritorno alla poesia di Andrea Di Consoli, con Dimenticam­i dopodomani (Rubbettino), dove ai versi è affidata una vitalistic­a disperazio­ne che non rinuncia a chiedere il miracolo. Che il nulla, l’oblio, aspetti ancora un attimo, trattenuto se non da uno sguardo almeno dal pensiero, il ricordo, il rimpianto degli altri su di noi.

5 UN ALTRO CHE TI SCRIVE

DI CRISTIANO POLETTI (MARCOS Y MARCOS)

Dopo Temporali, nuove scariche di luce e acqua, lampi e rovesci. Del tempo, e del destino. Nelle poesie più concise, c’è misura del dolore e limpidezza della meraviglia. Basterebbe­ro i versi dedicati ai morti di Bergamo per sentire la voce di Poletti. Accorata ma lieve, pesata, sottile. O quelli che battezzano un filo d’erba: «Sembra avere un continuo bisogno / di nasconders­i, Cristiano. / Come un pianto, / come la rugiada fa col verde».

6 COSA FANNO LE FEMMINE IN BAGNO?

DI GUIDO CATALANO (FELTRINELL­I)

Dire (la verità). Fare (ridere). Baciare (per non fumare). Lettera (da non prendere alla lettera). Testamento (non è allegro, ma è più divertente di uno spermiogra­mma, assicura l’autore). Donne, sogni, arcobaleno e pongo. Ogni libro di Catalano è una serata allegra al Cabaret Baudelaire.

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