VUOI ESSERE UNA PANCHINARA O GIOCARE TITOLARE? IL TUO INCONSCIO HA GIÀ SCELTO
Caro Massimo, ho incontrato un uomo, un paio di anni fa, e c’è stata subito un’attrazione fortissima, che io ho negato a me stessa per molto tempo, incapace com’ero di gestirla. Lui, già occupato con un’altra donna, si è avvicinato piano e dopo un anno e mezzo è successo qualcosa di magico, come se tutta la mia vita precedente fosse stata spazzata via. Per sei mesi sono letteralmente stata su un altro pianeta, e non posso pensare a niente che mi dia più gioia del vederlo o del ricevere un suo messaggio. Nonostante questo, fin dall’inizio ho voluto interrompere la relazione. Ci siamo lasciati un paio di volte di comune accordo e poi, dopo qualche giorno, ci siamo ricontattati.
Adesso la rottura è invece più importante. Era un sogno, è stato un sogno, non volevo svegliarmi, volevo sognare ancora un po’. Ho abbattuto muri e scalato montagne dentro me stessa per riuscire a essere tra le sue braccia, per riuscire ad abbandonarmi in un abbraccio per la prima volta in vita mia. Adesso mi chiedo: è possibile che una cosa così forte e così importante si debba richiudere in una parentesi?
Lui dice che era tranquillo nella sua vita (è divorziato con due figli grandi e convive con la sua seconda compagna), ma che a un certo punto ha sentito questa fortissima attrazione per me. Di più non sono riuscita a chiedergli perché sono troppo presa da tutte le mie ferite. Dice che mi rispetta, che ci tiene a me, che non vuole farmi del male (per questo accetta la mia decisione, anche se non è semplice per lui). Ma è più che comprensibile che io non voglia una storia con un uomo occupato. E non è neanche un non volere, è un non potere, è il mio passato di violenza (ho subito abusi in passato) che mi impedisce di accettare una relazione così pericolosa. Dovremmo continuare ad amarci mentre lui convive con un’altra, aspettando? Dovrei “giocare”, come molte donne sanno fare per prendersi un uomo? D’altro canto, mi chiedo: non starò sbagliando ancora, non mi starò auto-sabotando, allontanandolo da me perché non mi riconosco il diritto di essere felice? Questa è stata la prima volta in vita mia dove sono riuscita a concepire un possibile “noi”, la prima volta in cui mi piace veramente fare l’amore. Devo accettare che per lui sia stato solo qualcosa di fisico, forte e sincero sicuramente, ma niente di più?
MI STAI CHIEDENDO: devo accontentarmi di essere l’amante di un uomo che non mi ama al punto da lasciare la sua compagna? Ti sei già risposta da sola, troncando la relazione che ti dava un acconto di felicità, e Dio solo sa quanta fatica ti sia costata una decisione del genere. Il tuo ego urlava: resta, abbandonati alla passione e mordi la mela assaporandola fino in fondo, invece di rimetterti a digiuno solo perché ti tocca condividerla con altri commensali sedutisi a tavola prima di te. Invece te ne sei andata e i gesti con cui il corpo materializza le pulsioni profonde dell’anima hanno una potenza sacra, davanti alla quale io ammutolisco sempre.
LUI HA UNA COMPAGNA E IO NON POSSO ACCETTARE DI VIVERE UNA RELAZIONE COSÌ PERICOLOSA
Il tuo inconscio ti ha ordinato di rompere perché sa che restare in quella storia affollata significava accettare un compromesso che non fa parte della tua indole. Hai preferito conservare intonso il ricordo di quell’amore piuttosto che sporcarlo con le inevitabili sofferenze che ne avrebbero scandito la parabola.
Non ti senti pronta per andare in battaglia, per reggere l’ansia di una telefonata che non arriva e le incomprensioni che sempre accompagnano le situazioni sentimentali complesse. Lui con la sua compagna ci sta bene, altrimenti l’avrebbe già lasciata per una donna libera e innamorata come te. Magari non sarà più molto attratto da lei, ma l’intiepidirsi del sesso non basta a spezzare un legame, se la comunicazione di coppia rimane comunque eccellente. D’altra parte, non puoi nemmeno restare in agguato come una iena, in attesa che tra loro venga giù tutto. Per un simile compito serve un carattere freddo, calcolatore: tu non reggeresti la tensione. L’amore regala risorse inaspettate, ma per riuscirci (Platone docet) ha bisogno di sentirsi sempre dalla parte del Bene. Tu invece ti disprezzeresti in quel ruolo di panchinara che si augura l’infortunio della giocatrice titolare. E nel giro di pochi mesi metteresti l’uomo che ami davanti a un aut-aut al quale probabilmente lui si sottrarrebbe, facendoti piombare nel baratro della sottovalutazione di te stessa che ti ha perseguitato per tutta la vita e da cui devi assolutamente rifuggire. Hai preso la decisione giusta. Se sente la tua mancanza più di quanto apprezza l’altrui presenza, sarà lui a venire a cercarti, alle tue condizioni. Ma anche se non lo facesse, nel tuo film ha già svolto un ruolo fondamentale: ti ha riacceso i sensi. Sta a te, adesso, non spegnerli più.
L’AMORE REGALA RISORSE INASPETTATE, È VERO, MA SOLO SE CI SI SENTE DALLA PARTE DEL BENE