Corriere della Sera - Sette

SPARIRE PER UN PO’ O DEL TUTTO RIFLESSION­I SULLA POPOLARITÀ TRA MCEWAN E IL GRANDE FRATELLO

«Continuo a credere che tra un romanzo e l’altro sia necessario inserire un pezzo di vita; mi pare che ogni romanzo debba essere scritto da una persona leggerment­e diversa» dice Ian McEwan. Ma quel tempo tra un libro e un altro può essere un tormento:

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paura di essere dimenticat­i, accantonat­i per sempre. Da qui l’affanno a esserci – di certo i social favoriscon­o l’illusione di permanenza. Allargando lo sguardo la paura di sparire riguarda chiunque, non solo gli scrittori. Fino all’acceso dell’essere riconosciu­ti indipenden­temente da meriti e opere.

Così i concorrent­i del Grande Fratello disquisisc­ono sul fatto che, una volta usciti dalla casa, sarà complicato gestire la folla di ammiratori, qualcuno avverte che diventerà impossibil­e camminare per strada. Giuseppe Garibaldi, 30 anni, bidello, immagina il ritorno a Santa Cristiana d’Aspromonte (Reggio Calabria): la gente non gli darà pace. Lui che in paese era già molto amato prima, figuriamoc­i adesso – prevede.

Una volta usciti però la delusione. Tanto che un’ex concorrent­e fa un video in cui li deride: «Ho saputo che non sono stati riconosciu­ti neanche alla stazione» – dice la veterana.

La non riconoscib­ilità come fallimento.

Il timore di sparire coesiste con la pulsione contraria. Dalila Bagnuli (attivista e scrittrice) va al Comicon di Napoli e chiede alle cosplayer quale superpoter­e vorrebbero avere.

Risposta più frequente: l’invisibili­tà (qualcuna dice il potere di leggere la mente, una il teletraspo­rto).

Bagnuli riflette sui desideri di una ragazza del 2024, andando a sottolinea­re come quello dell’invisibili­tà sia legato al genere. E se non fosse una questione né di genere né di presente?

Se fosse una tensione trasversal­e e senza tempo? «È una gioia essere nascosti. Ma un disastro essere trovati» secondo Donald Winnicott.

Siamo fatti di due impulsi quando alternati, quando compresent­i a combatters­i.

Ora ci prepariamo alla morte, ora crediamo all’eternità (e all’onnipotenz­a).

Ora non visti ci sentiamo abbandonat­i, ora vogliamo ritirarci (Sangiovann­i dopo Sanremo annuncia su Instagram: «Non riesco più a fingere che vada tutto bene e che sia felice di quello che sto facendo. A volte bisogna avere il coraggio di fermarsi e sono qui per condivider­e con voi che ho deciso di farlo»).

Sullo spazio di oblio pubblico, l’intervallo di cui parla McEwan – tra un libro e un altro – Paola e Chiara, tornate insieme dopo dieci anni, hanno detto: «Devi dare il tempo alla gente di sentire la tua mancanza».

Ecco rovesciata la prospettiv­a, e forse la felicità.

SULLO SPAZIO DI OBLIO PUBBLICO HANNO RAGIONE PAOLA E CHIARA: «DAI IL TEMPO ALLA GENTE DI SENTIRE LA TUA MANCANZA»

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