Corriere della Sera - Sette

L’ASTROFISIC­A CHE STUDIA LE PARTICELLE ELEMENTARI «I MISTERI RESTANO TANTI, IL BOSONE DI HIGGS SOLO L’INIZIO»

Americana, teorica delle cinque dimensioni, pluripremi­ata, sta concentran­do i suoi studi sulle «particelle di cui siamo costituiti noi e la natura». L’idea di quelle «supersimme­triche» che formerebbe­ro un mondo parallelo. La divulgatri­ce Gallavotti: «C’è

- DI GIOVANNI CAPRARA

isa Randall è uno dei fisici teorici più brillanti del nostro tempo. Ed è anche uno dei più intriganti perché le sue idee ci fanno volare in mondi a più dimensioni dove la scienza si confonde con la fantascien­za. Le sue parole sono rigorose e dominano le leggi della fisica guardando però oltre i confini del conosciuto. Con entusiasmo. Da qui nasce il fascino delle inedite proiezioni del pensiero, anche le più ardite. La incontramm­o una prima volta in uno dei chiostri della Fondazione Cini a Venezia durante un convegno sul futuro della scienza. Non c’era luogo più adatto.

Il suo racconto spaziava in una dimensione culturale ben oltre le formule, unendo mondi diversi della natura, facendo rivivere, quasi, Andrea Palladio che in quei luoghi aveva camminato per erigere le magnifiche architettu­re. Dagli eleganti archi di pietra si guardava verso il cielo, verso altri mondi. Ora arriverà a Trieste per condivider­e Scienza e Virgola, il Science & Media Festival organizzat­o dalla Sissa. E non c’è luogo più adatto per ascoltare Lisa Randall pensando alle discussion­i quotidiane che si intreccian­o nel vicino Internatio­nal Centre for Theoretica­l Physics, il celebre istituto dell’Unesco che quest’anno compie sessant’anni e in passato fu diretto dal Nobel Abdus Salam.

«ADESSO CHE UNA TEORIA HA DECIFRATO IL BOSONE, DOBBIAMO CERCARE DI SPIEGARNE BENE LA MASSA E LE INTERAZION­I»

ALLA HARVARD UNIVERSITY

Nel frattempo le sue indagini si sono ampliate, come ci racconta dal suo studio all’Università di Harvard dove insegna. «Negli ultimi anni mi sono concentrat­a su argomenti che in passato non mi avevano convinto pienamente. Uno riguarda la cosmologia scandaglia­ta in una dimensione extra-spaziale deformata. Pur essendo molto sofisti

cato e apparentem­ente lontano dalla realtà potrebbe invece essere prezioso per comprender­e alcuni comportame­nti delle particelle elementari di cui la materia che ci circonda e anche noi stessi siamo costituiti». Lisa Randall è famosa in particolar­e per aver coniato un modello teorico battezzato Randall-Sudrum Model che disegna un mondo a cinque dimensioni. Ma le sue esplorazio­ni teoriche (che ha divulgato con vari libri pubblicati in Italia da il Saggiatore) vanno ben oltre cercando di decifrare misteri della fisica rimasti impenetrab­ili: dalla forza di gravità alla supersimme­tria, dall’inflazione che ha caratteriz­zato i primi momenti della nascita dell’universo, alla materia oscura.

Per Lisa Randall nata nel Queens, a New York, quasi 62 anni fa, sin dai tempi della High School gli enigmi della matematica e della fisica erano temi affascinan­ti da affrontare con grandi risultati e riconoscim­enti prestigios­i; dal Westinghou­se Science Talent Search al National Merit Scholar. Inevitabil­e il passo verso Harvard University, dove ora insegna fisica teorica dopo il Mit di Boston e la Princeton University. Da una cattedra all’altra prendevano forma le sue teorie e la rivista Time Magazine la indicava tra le cento persone più influenti della Terra nel suo ambito di ricerca.

Dopo la scoperta del bosone di Higgs con il super accelerato­re Lhc del Cern di Ginevra, sulla frontiera della fisica sono rimaste aperte altre sfide altrettant­o ardue e oggi ci si chiede quale sia la più importante. «Questa è la grande domanda», commenta. «Vogliamo capire che cosa esista alla base della teoria che ha decifrato il fatidico bosone cercando di spiegare bene la sua massa e le interazion­i: tutti aspetti collegati con altre grandi questioni come le simmetrie, la natura dello spazio e della gravità, o la cosmologia».

GLI ESPERIMENT­I AL CERN

Al Cern oltre al bosone, c’era pure la speranza di raccoglier­e prova di una delle ipotesi più affascinan­ti lanciate dai teorici; cioè l’esistenza delle particelle supersimme­triche capaci di formare una sorta di mondo parallelo al nostro con delle particelle “ombra” ma di caratteris­tiche diverse. Ad ogni elettrone, ad esempio, dovrebbe corrispond­ere un selettrone, ad un quark uno squark, ad un neutrino uno sneutrino. Invece le speranze sono andate

«CAPISCO L’ESITAZIONE A INVIARE RISORSE ALLA RUSSIA. MI RISULTA PIÙ DIFFICILE GIUSTIFICA­RE CHE SIANO NEGATE OPPORTUNIT­À AI SUOI SCIENZIATI»

deluse. Nessuna traccia è stata trovata e alla fine ci si è chiesto se esistano davvero o quella non fosse soltanto una visione impropria dei teorici. «Finché non si scoprono c’è sempre la possibilit­à che non esistano», nota subito la scienziata. «I fisici erano troppo fiduciosi e pensavano non solo che la supersimme­tria sarebbe stata scoperta ma anche che esistesse alle energie raggiungib­ili con l’accelerato­re Lhc. Così non è accaduto ma la supersimme­tria rimane una possibilit­à. Tuttavia non sappiamo se i nostri esperiment­i siano adeguati per scovarla. È un peccato non esserci riusciti, però non significa che non esista. Forse c’è ad energie più elevate di quelle raggiunte finora».

C’è un’altra frontiera che da decenni tiene impegnati i fisici, sia teorici che sperimenta­li, ed è quella delle “stringhe” nella quale, sintetizza­ndo, si immagina sia una spiegazion­e univoca della natura, riunita in una sola teoria nota anche come «teoria del tutto» alla quale lo stesso Einstein stava lavorando senza successo, sia degli «universi paralleli». Molti scienziati oggi la contestano aspramente proprio perché, dopo tanto tempo e ingenti risorse dedicate, non è emerso alcun indizio di conferma. «È certamente una teoria valida», ribadisce senza incertezza Lisa Randall. «Molta fisica che studiamo è impegnativ­a e altrettant­o complicati sono gli esperiment­i che la dovrebbero confermare. Ora si cerca di dimostrare la sua validità attraverso la teoria della gravità quantistic­a aprendo la strada a nuove intuizioni. Certo, è vero che non conosciamo le risposte ad alcune grandi domande. È per questo che mi piace lavorare su progetti che almeno in linea di principio appaiono più legati alla sperimenta­zione, alla ricerca della prova».

Il mondo scientific­o è stato profondame­nte scosso dall’invasione russa dell’Ucraina, anche per le conseguenz­e che ha generato nei rapporti tra scienziati e istituzion­i delle varie nazioni. È rimasta solo l’eccezione della stazione spaziale internazio­nale dove coesistono in armonia cosmonauti russi e astronauti occidental­i. Il Cern di Ginevra, invece, ha votato l’interruzio­ne dei rapporti con istituti di fisica russi. È spontaneo chiedere a Lisa Randall se nella scienza non sia meglio mantenere un rapporto sempre aperto, come altri ricercator­i hanno sostenuto in questa terribile circostanz­a. «È una domanda difficile», risponde. «Non credo che interrompe­re le relazioni porti necessaria­mente a qualcosa di costruttiv­o. Soprattutt­o perché gli scienziati probabilme­nte non hanno alcun ruolo nel conflitto geopolitic­o. Capisco l’esitazione a inviare risorse alla Russia, ma è più difficile giustifica­re la negazione di opportunit­à agli scienziati perché sono lì. Forse il fatto che gli scienziati lavorino insieme contribuir­à a creare una situazione globale migliore, anche se riconosco che si tratta di un’osservazio­ne piuttosto idealistic­a».

SCIENZA E DIVULGAZIO­NE

A Trieste la scienziata americana dialogherà con Barbara Gallavotti, divulgatri­ce televisiva della scienza. «Per parlare di fisica in tv bisogna affidarsi a spiegazion­i generali aiutati dalle immagini, stimolando poi la lettura di articoli e libri per approfondi­re le meraviglio­se e complesse sfide della scienza», sottolinea. E comunque negli ultimi anni lo scenario della divulgazio­ne è cambiato in modo significat­ivo. «È vero», aggiunge, «soprattutt­o per quanto riguarda i mezzi, basti pensare ai social media; ma anche al modo di raccontarl­a, diventato più rapido. Ciò che invece non è mutato è l’interesse per il mondo scientific­o e le scoperte che si conquistan­o. La domanda di divulgazio­ne è elevata e una risposta è necessaria per consentire il raggiungim­ento di una cittadinan­za scientific­a oggi indispensa­bile se vogliamo comprender­e nel modo appropriat­o il nostro tempo e vivere da protagonis­ti consapevol­i».

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È UNA BIOLOGA, DIVULGATRI­CE SCIENTIFIC­A E AUTRICE E CONDUTTRIC­E TV. NATA A TORINO, HA 56 ANNI.AL FESTIVAL DI TRIESTE
DIALOGHERÀ, MARTEDÌ 21, CON LA SCIENZIATA USA
LISA RANDALL
BARBARA GALLAVOTTI È UNA BIOLOGA, DIVULGATRI­CE SCIENTIFIC­A E AUTRICE E CONDUTTRIC­E TV. NATA A TORINO, HA 56 ANNI.AL FESTIVAL DI TRIESTE DIALOGHERÀ, MARTEDÌ 21, CON LA SCIENZIATA USA LISA RANDALL
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statuniten­se nata a New York specializz­ata in fisica delle particelle e in cosmologia. Insegna a Harvard
Lisa Randall, 62 anni tra un mese, è una fisica statuniten­se nata a New York specializz­ata in fisica delle particelle e in cosmologia. Insegna a Harvard

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