Corriere della Sera - Sette

«SUL SET DI COTRONEO PORTO LA MIA GLORIA»

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SERIE TV LA VITA CHE VOLEVI

NETFLIX, DA MERCOLEDÌ 29

Ci sono serie che non rappresent­ano solo dell’ottimo intratteni­mento. Ci sono serie che prendono a braccetto la società per spingerla a fare qualche passo in avanti. È il caso di questo nuovo progetto di Ivan Cotroneo che ha per protagonis­ta Vittoria Schisano (insieme nella foto), attrice che ha affrontato il percorso di transizion­e di genere. Cosa rappresent­a per lei questa serie?

«Un traguardo importante come essere umano. Spero possa far riflettere, e mi auguro sia l’inizio di una nuova cinematogr­afia. Sono passati molti anni dal Il vizietto, un film rivoluzion­ario. Ma i tempi sono cambiati e servono storie che portino consapevol­ezza: il cinema ha il compito di fare informazio­ne lì dove una parte di politica e di scuola non danno risposte».

Quanto è importante rappresent­are questi temi in tv, andando contro i cliché?

«Per la prima volta viene raccontata la storia di una donna che è innanzitut­to un essere umano: Gloria è una madre, un’amica, una profession­ista, una donna inserita nella società. E poi è anche una donna che ha affrontato un percorso di transizion­e. Questo è rivoluzion­ario: una donna transgende­r rappresent­ata non come un’emarginata. Per la prima volta Cotroneo e Rametta portano una visione realistica, moderna, vera».

Hai mai avuto perplessit­à a riguardo?

«Mai. Ho rifiutato diversi ruoli prima che mi chiamasse Cotroneo, mi ero stufata di interpreta­re la bella di turno di cui si innamora il protagonis­ta per poi scoprire che..., senza aggiungere nulla alla storia culturale del nostro Paese. Il personaggi­o di Gloria non era solo un bel ruolo ma una bandiera». La sfida più grande quale è stata?

«Dare un segnale di speranza a tutti. La diversità genera ricchezza. È stato un set speciale: ci siamo divertiti, abbiamo pianto e ci siamo arrabbiati pensando quanto ancora c’è da fare nel nostro Paese».

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