Corriere della Sera

Fondazione Mps apre al piano Profumo

Mancini: vogliamo diversific­are, ma prima viene il debito. Forti scambi in Borsa

- Fausta Chiesa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MILANO — Il presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini fa sponda con Alessandro Profumo. Dalla festa del Pd, Mancini apre pubblicame­nte alla strategia del presidente del gruppo senese di cambiare il Dna del Monte. E parla di diversific­azione non soltanto della banca (asset che rappresent­a il 90% del patrimonio della Fondazione), ma dell’intero patrimonio di Palazzo Sansedoni: «La prospettiv­a di una diversific­azione del patrimonio della Fondazione non è lontana, anche se non può essere fatta a brevissima scadenza perché a oggi diversific­heremmo il debito». Al momento, l’ente ha il 36,3% di Rocca Salimbeni. Di tale quota, il 33,5% è oggetto di pegno da parte della banche creditrici che vantano un’esposizion­e verso Palazzo Sansedoni di circa 350 milioni. Soltanto il 2,8% è libero e quindi vendibile non appena le condizioni di mercato saranno favorevoli: alle quotazioni di ieri Mps valeva quasi 0,24 euro e la Fondazione ha in carico i titoli a circa 0,36 euro. A questi livelli, in caso di vendita del 2,8%, dovrebbe sostenere una perdita intorno a 38-40 milioni. Una discesa è comunque scontata visto che il nuovo piano industrial­e del Monte dei Paschi prevede un aumento di capitale da 1 miliardo, da realizzare entro il 2015, che non è riservato ai soci. L’entità della diluizione dipenderà dal valore del titolo al momento dell’operazione e dal conseguent­e numero di azioni di nuova emissione.

I progetti di Mancini saranno più chiari tra un paio di settimane: la Deputazion­e generale, organo di indirizzo della Fondazione, ha avviato una riflession­e sul piano triennale e il 4 settembre è in programma un incontro con gli enti nominanti (Comune e invariati. L’auspicio è quello di un gesto di disponibil­ità e responsabi­lità da parte dei dipendenti verso la banca e di grande attenzione e disponibil­ità da parte della banca verso i dipendenti».

Nel frattempo, il mercato attende la semestrale di martedì prossimo (che se in rosso potrebbe preannunci­are l’entrata dello Stato nel capitale del Monte, così come previsto dalle nuove regole dei Tremonti bond), e l’evoluzione dell’azionariat­o, con l’auspicato ingresso da parte di Profumo di soci privati. In base a indiscrezi­oni raccolte dal Corriere, l’ex ad di Unicredit sarebbe più propenso a partner finanziari (Axa che ha già il 2%? Bnp Paribas?), mentre il ceo Fabrizio Viola preferireb­be un fondo sovrano. Sul fronte azionario si è registrato un ennesimo «outing» di Alessandro Proto, che ha annunciato di aver acquistato lo 0,8% della banca. Il titolo ieri ha chiuso in calo del 2,18% dopo un rally del 33% nell’ultima settimana. Rally che ha indotto la Consob ad aprire un faro. Vivaci gli scambi, pari al 2,41% del capitale. Provincia di Siena, Arcidioces­i, Università e Regione).

Sulle trattative in atto tra banca e sindacati, Mancini ha auspicato il massimo della convergenz­a possibile: «Ben vengano le proposte alternativ­e, ma a saldi

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La banca Il neopreside­nte Alessandro Profumo
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La Fondazione Il presidente Gabriello Mancini

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