Corriere della Sera

«Il problema sarà trovare finanziato­ri illuminati»

- PAOLO CONTI

«Io sono lontano anni luce dalla mentalità antistatal­ista. La fondazione per Brera avrà come modello, per capirci, la Fondazione Biennale di Venezia, la Fondazione Venaria Reale, la Fondazione del Museo Egizio di Torino... In tutti quei casi la primazia del pubblico statale, del ministero, resta intatta a partire dalla nomina dei vertici». Il ministro Lorenzo Ornaghi, alla guida del dicastero dei Beni e le attività culturali, definisce «un sospetto privo di qualsiasi fondamento le accuse di privatizza­zione di Brera».

Però la lettera degli intellettu­ali parla chiaro. Nel decreto sullo sviluppo, all’articolo 8, la Fondazione di diritto privato per la Grande Brera c’è...

«Verissimo. Chi lo nega? Ovviamente tutti i ministri, incluso me, erano d’accordo: solo per rispondere a interpreta­zioni maliziose. Infatti non c’è stato alcun silenzio misterioso intorno all’operazione: ne ho diffusamen­te parlato io stesso sul "Corriere della Sera" nel giugno scorso, rendendo volutament­e pubblico il progetto. Al contrario, è vero che i 23 milioni per l’avvio dei lavori di Brera sono stati trovati col fattivo sostegno del ministro Corrado Passera».

Che ruolo avranno i privati a Brera?

«Fatico a considerar­e "privati" interlocut­ori come il Comune di Milano, la Regione Lombardia, la Camera di commercio, la Cariplo... Ovviamente in sede di stesura dello Statuto, così com’è avvenuto con le altre fondazioni culturali che ho citato, ci saranno ruoli ben chiari per i soci fondatori. Solo dopo si potrà immaginare un ingresso di uno o due privati. Del tutto augurabile, vorrei aggiungere, visto che la Grande Brera costerà nel suo complesso cento milioni di euro. Anzi, dovremo faticare non poco a individuar­e privati illuminati... Basti pensare alla complessa vicenda del MaXXI di Roma per convincers­ene. Le stesse fondazioni bancarie, come si sa, vista la crisi generale non mostrano più la generosità di qualche anno fa. Quindi non ci sono oscure manovre di svendita ai privati. Meno che mai progetti di "privatizza­re" gli Uffizi di Firenze o la Galleria Borghese di Roma. Siamo seri».

Un’altra forte preoccupaz­ione, espressa nel documento, riguarda il personale dei dipendenti pubblici. Quel «può avvalersi» non è l’anticamera della sostituzio­ne dei custodi statali con personale privato?

« Se c’è un comparto ipergarant­ito da contratti e sindacati, è quello dei dipendenti dei musei statali. Ma il problema va guardato con realismo pensando al futuro. Lo Stato assume sempre più difficilme­nte: e qualche cooperazio­ne col privato bisognerà pur individuar­la, con la Grande Brera. Sono fermamente convinto che lo sviluppo culturale sia elemento costitutiv­o del futuro sviluppo economico di questo Paese. Uno sviluppo che va riavviato, come sostiene giustament­e Passera. E Brera è ferma da quarant’anni. Però ci vogliono strumenti nuovi, al passo con i tempi e con un sistema economico cambiato. Salvando sempre la primazia dello Stato...».

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Il ministro Lorenzo Ornaghi

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