Fondi azionari con la cedola Come investire e diversificare
Quando conviene la tutela dall’inflazione. I migliori gestori Il flusso di pagamenti all’investitore è una forma di paracadute per le oscillazioni dei titoli nelle fasi di volatilità
Cedole contro capital gain. Quella che è sempre stata una sorta di contrapposizione «filosofica» nelle scelte di investimento, e che per molto tempo ha costretto i risparmiatori all’alternativa secca tra azioni e obbligazioni, ha trovato negli ultimi anni una forma efficace di ricomposizione. Grazie alla sempre più larga offerta di fondi «income», a reddito, che nei principali Paesi europei rappresentano la forma più diffusa tra le gestioni comuni e che anche in Italia stanno conoscendo un successo crescente rispetto ai tradizionali fondi «ad accumulo» del capitale.
I fondi «income» sono in grado infatti di distribuire cedole annuali che vanno dallo 0,3-0,5% delle gestioni che puntano sulle Borse dei Paesi emergenti (in cui le società tendono a pagare dividendi piuttosto bassi), fino al 3-4% dei fondi azionari income globali e settoriali, che hanno una politica di investimento centrata sui titoli e sui comparti, ad esempio le telecomunicazioni e i farmaceutici, che distribuiscono una quota cospicua dei loro utili agli azionisti. D’altro canto questi stessi fondi non rinunciano a realizzare un capital gain, un apprezzamento in conto capitale, perché puntano su società «a sconto» o con caratteristiche di crescita che ne facciano aumentare il valore di borsa nel tempo. La selezione di fondi pubblicata in tabella, elaborata da Morningstar, una società indipendente di analisi e di valutazione dei fondi di investimento, mette in primo piano le gestioni a «cinque stelle», il punteggio massimo attribuito ai fondi in base alle performance e alla stabilità dei risultati nel tempo.
Come si vede, le performance — il capital gain di questi fondi — sono lar- gamente positive, con valori a doppia cifra sia a tre anni, che a dodici mesi. Notevoli anche i risultati ottenuti da gennaio a oggi, in un periodo di alta volatilità di tutte le borse globali. Non sorprende trovare ai primi posti di questa classifica le gestioni «income» specializzate sui Paesi emergenti. Nelle prime cinque posizioni incontria- mo infatti ben tre fondi focalizzati sulle nuove economie, tra cui la gestione Hsbc Turkey, di Hsbc, che punta sulla borsa di Istanbul (+46% da gennaio), il fondo Schroder Isf Asian Equity, di Schroder, un azionario Asia-Pacifico che ha realizzato un guadagno del 29,41% e il Fidelity Emea in euro, del gruppo statunitense del risparmio gestito Fidelity, specializzato sui paesi emergenti dell’Europa dell’Est e del Medio Oriente, con una performance che sfiora il 20%. Tuttavia anche le gestioni che offrono cedole più elevate perché investono sui mercati maturi o sui settori ad alto dividendo hanno ottenuto risultati a doppia cifra su tutte le scadenze considerate.
Ma quali sono i vantaggi dell’investire in un fondo a distribuzione del capitale rispetto alla scelta di un singolo titolo azionario ad alto dividendo? «Il beneficio principale offerto da un fondo è dato dalla diversificazione», risponde Paolo Federici, country manager di Fidelity Italia. «A quanti risparmiatori, infatti, è capitato di investire su un titolo a causa della sua alta cedol a per poi r i t r ovarsi con un capital gain molto basso, o addirittura con una perdita di lungo periodo? In un veicolo collettivo come un fondo questo rischio è ridotto al minimo», spiega il gestore. Un altro vantaggio dei fondi income messo in luce da Federici è la maggiore stabilità delle performance. «La presenza di un flusso di pagamenti all’investitore rappresenta di per sé un fattore di stabilità che fa da paracadute per le quotazioni dei titoli anche nelle fasi di alta volatilità del mercato», sottolinea.
L’alternativa tra fondi income specializzati sui paesi emergenti e le gestioni che puntano invece su settori ad alto dividendo di aree geografiche più mature può essere mediata attraverso la selezione di un fondo globale.
È questa la soluzione caldeggiata da Stephen Thornber, gestore del Global Equity Income Fund di Threadneedle, una società di asset management britannica. «Le società globali sono scambiate attualmente con un rapporto prezzo/utili medio di 12,5 volte, notevolmente inferiore rispetto alla media storica di 15-16 volte degli ultimi 30 anni e questo rende più probabile un guadagno in conto capitale di lungo periodo», sottolinea. Inoltre, «chi investe in azioni o in fondi ad alto rendimento beneficia di un flusso crescente di dividendi perché è in atto la tendenza da parte delle società ad accrescere la quota degli utili distribuiti», spiega Thornber. Di contro la cedola pagata dai titoli obbligazionari rimane stabile per tutta la durata di vita del bond. «Ecco perché i fondi income, a distribuzione del reddito, forniscono una protezione contro il rischio di aumento dell’inflazione. Una garanzia di cui sono prive le emissioni obbligazionarie corporate o governative tradizionali», conclude.