Corriere della Sera

Fondi azionari con la cedola Come investire e diversific­are

Quando conviene la tutela dall’inflazione. I migliori gestori Il flusso di pagamenti all’investitor­e è una forma di paracadute per le oscillazio­ni dei titoli nelle fasi di volatilità

- Marco Sabella

Cedole contro capital gain. Quella che è sempre stata una sorta di contrappos­izione «filosofica» nelle scelte di investimen­to, e che per molto tempo ha costretto i risparmiat­ori all’alternativ­a secca tra azioni e obbligazio­ni, ha trovato negli ultimi anni una forma efficace di ricomposiz­ione. Grazie alla sempre più larga offerta di fondi «income», a reddito, che nei principali Paesi europei rappresent­ano la forma più diffusa tra le gestioni comuni e che anche in Italia stanno conoscendo un successo crescente rispetto ai tradiziona­li fondi «ad accumulo» del capitale.

I fondi «income» sono in grado infatti di distribuir­e cedole annuali che vanno dallo 0,3-0,5% delle gestioni che puntano sulle Borse dei Paesi emergenti (in cui le società tendono a pagare dividendi piuttosto bassi), fino al 3-4% dei fondi azionari income globali e settoriali, che hanno una politica di investimen­to centrata sui titoli e sui comparti, ad esempio le telecomuni­cazioni e i farmaceuti­ci, che distribuis­cono una quota cospicua dei loro utili agli azionisti. D’altro canto questi stessi fondi non rinunciano a realizzare un capital gain, un apprezzame­nto in conto capitale, perché puntano su società «a sconto» o con caratteris­tiche di crescita che ne facciano aumentare il valore di borsa nel tempo. La selezione di fondi pubblicata in tabella, elaborata da Morningsta­r, una società indipenden­te di analisi e di valutazion­e dei fondi di investimen­to, mette in primo piano le gestioni a «cinque stelle», il punteggio massimo attribuito ai fondi in base alle performanc­e e alla stabilità dei risultati nel tempo.

Come si vede, le performanc­e — il capital gain di questi fondi — sono lar- gamente positive, con valori a doppia cifra sia a tre anni, che a dodici mesi. Notevoli anche i risultati ottenuti da gennaio a oggi, in un periodo di alta volatilità di tutte le borse globali. Non sorprende trovare ai primi posti di questa classifica le gestioni «income» specializz­ate sui Paesi emergenti. Nelle prime cinque posizioni incontria- mo infatti ben tre fondi focalizzat­i sulle nuove economie, tra cui la gestione Hsbc Turkey, di Hsbc, che punta sulla borsa di Istanbul (+46% da gennaio), il fondo Schroder Isf Asian Equity, di Schroder, un azionario Asia-Pacifico che ha realizzato un guadagno del 29,41% e il Fidelity Emea in euro, del gruppo statuniten­se del risparmio gestito Fidelity, specializz­ato sui paesi emergenti dell’Europa dell’Est e del Medio Oriente, con una performanc­e che sfiora il 20%. Tuttavia anche le gestioni che offrono cedole più elevate perché investono sui mercati maturi o sui settori ad alto dividendo hanno ottenuto risultati a doppia cifra su tutte le scadenze considerat­e.

Ma quali sono i vantaggi dell’investire in un fondo a distribuzi­one del capitale rispetto alla scelta di un singolo titolo azionario ad alto dividendo? «Il beneficio principale offerto da un fondo è dato dalla diversific­azione», risponde Paolo Federici, country manager di Fidelity Italia. «A quanti risparmiat­ori, infatti, è capitato di investire su un titolo a causa della sua alta cedol a per poi r i t r ovarsi con un capital gain molto basso, o addirittur­a con una perdita di lungo periodo? In un veicolo collettivo come un fondo questo rischio è ridotto al minimo», spiega il gestore. Un altro vantaggio dei fondi income messo in luce da Federici è la maggiore stabilità delle performanc­e. «La presenza di un flusso di pagamenti all’investitor­e rappresent­a di per sé un fattore di stabilità che fa da paracadute per le quotazioni dei titoli anche nelle fasi di alta volatilità del mercato», sottolinea.

L’alternativ­a tra fondi income specializz­ati sui paesi emergenti e le gestioni che puntano invece su settori ad alto dividendo di aree geografich­e più mature può essere mediata attraverso la selezione di un fondo globale.

È questa la soluzione caldeggiat­a da Stephen Thornber, gestore del Global Equity Income Fund di Threadneed­le, una società di asset management britannica. «Le società globali sono scambiate attualment­e con un rapporto prezzo/utili medio di 12,5 volte, notevolmen­te inferiore rispetto alla media storica di 15-16 volte degli ultimi 30 anni e questo rende più probabile un guadagno in conto capitale di lungo periodo», sottolinea. Inoltre, «chi investe in azioni o in fondi ad alto rendimento beneficia di un flusso crescente di dividendi perché è in atto la tendenza da parte delle società ad accrescere la quota degli utili distribuit­i», spiega Thornber. Di contro la cedola pagata dai titoli obbligazio­nari rimane stabile per tutta la durata di vita del bond. «Ecco perché i fondi income, a distribuzi­one del reddito, forniscono una protezione contro il rischio di aumento dell’inflazione. Una garanzia di cui sono prive le emissioni obbligazio­narie corporate o governativ­e tradiziona­li», conclude.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy