Parla Alfano: il voto non prima di 6 mesi Niente larghe intese
«Noi zombie? Vengano a dircelo di persona»
Elezioni non prima di sei mesi e no alle larghe intese. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, racconta al Corriere che da un lato, c’è chi, come il Pd, ha in mente una tradizionale politica «tassa e spendi», «con tasse alte e spesa alta; dall’altro c’è chi, come il Pdl, privilegia l’attacco al debito, la riduzione della spesa e delle tasse, con un occhio rivolto alla crescita e alle famiglie». Intanto il segretario pd, Bersani, accusa i «fascisti del web».
ROMA — L’ascesa sul ring pre-elettorale, in questo caso, è da intendersi in senso letterale. Inaugurando la festa nazionale del Pd, che va in scena da ieri a Reggio Emilia, Pier Luigi Bersani prende di petto i messaggi di Beppe Grillo e Antonio Di Pietro rilanciati sul web dai militanti del Movimento 5 stelle e dell’Italia dei valori. E lo fa senza ricorrere alla figura retorica dell’eufemismo: «Vedo correre sulla Rete frasi come "Siete cadaveri ambulanti", "siete zombie" e "vi distruggeremo". Sono linguaggi fascisti e non ci impressionano». E, come a voler sottolineare il concetto con la penna rossa, il segretario del Pd aggiunge: «Vengano via dalla Rete, vengano qua a dircelo».
L’intervento di Bersani dal palco della festa democratica è un piccolo saggio delle direttrici che potrebbe prendere la sua campagna elettorale qualora toccasse a lui, magari dopo le primarie, correre per la premiership. Attacchi frontali a Berlusconi, certo. Ma senza dimenticare l’altro competitor da affrontare, e cioè il comico genovese, il primo a dargli dello «zombie» prima che Di Pietro riprendesse l’identico concetto in un video choc pubblicato un mese fa sul suo blog. Come a dire, sono «destra» anche loro, non soltanto il Cavaliere.
C’è anche il fronte aperto con il leader dell’Idv. «Non abbiamo rotto nessun matrimonio con l’Italia dei valori. Qualcun altro l’ha fatto», scandisce Bersani evocando «Tonino». Che, tra l’altro, replica a stretto giro: «Bersani si comporta come il bue che dice cornuto all’asino».
Di fronte ai militanti il leader del Pd, che evidentemente non vuole rimanere scoperto a sinistra, giura che «io non sto incontrando Casini» e ribadisce che «non abbiamo fatto alleanze con lui». Ma non può negare che il percorso che porta all’accordo post elettorale con i centristi sia già tracciato: «Noi non saremo settari e ci rivolgiamo a chi voglia stare con noi per una legislatura di ricostruzione». Quanto alla riforma elettorale, Bersani la cita smorzando le voci maliziose di chi — nel Pdl — lo accusa di volere il voto anticipato. «Non è tardi per farla», dice. Ma, aggiunge, «non è detto che implichi automaticamente il ricorso alle urne».
Non è tutto. Da Reggio Emilia, il segretario dei democratici dedica un colpo di fioretto anche alla nuova agenda di liberalizzazioni varata dall’esecutivo. «Quello di ieri (venerdì, ndr) è stato un Consiglio dei ministri più di intenzioni, alcune buone, che di decisioni». Segue messaggio in bottiglia a Monti e compagnia: «Mi permetto di raccomandare molta concretezza». Poi Bersani lancia l’ultimo messaggio all’«Italia che deve alzare la testa». Quindi archivia gli applausi concedendosi la solita birra post comizio. E infine torna su un palco, stavolta per stringere la mano al suo omonimo Samuele, il cantante che ha aperto il programma musicale della festa.