Corriere della Sera

Grecia, niente sconti da Berlino e Parigi

«Atene nell’euro, ma siate credibili». E lo Spiegel: Merkel vuole un nuovo trattato Ue

- di ELISABETTA ROSASPINA

Niente sconti. Il presidente francese Hollande non interceder­à presso la cancellier­a tedesca Merkel in favore della Grecia. Il primo ministro Samaras ha lasciato ieri il Palazzo dell’Eliseo, dopo un’ora di colloquio con Hollande, senza essere riuscito a ottenere l’appoggio per il sospirato rinvio della resa dei conti. Per Hollande, «la Grecia deve ancora dimostrare la credibilit­à del suo programma e la volontà dei suoi dirigenti di andare fino in fondo».

PARIGI — François Hollande non interceder­à presso Angela Merkel in favore della Grecia. Perlomeno non apertament­e. Con un sorriso tirato, il primo ministro greco, Antonis Samaras, ha lasciato ieri il palazzo dell’Eliseo, dopo un’ora di colloquio con Hollande, senza essere riuscito a ottenere l’appoggio francese per il tanto sospirato rinvio del l a « r e s a dei c onti » , dal 2014 al 2016.

P r o b a b i l mente S a maras non si era fatto molte illusioni al riguardo: il presidente francese, che personalme­nte forse avrebbe accordato ad Atene quel po’ di «ossigeno» sollecitat­o, ha preferito non contraddir­e la partner tedesca e rafforzare la linea comune tra Berlino e Parigi. Niente giochi di ruolo. Niente ripartizio­ne tra «buoni» e «cattivi». Il fronte è compatto. Unito e severo.

Il verdetto è tutto in quell’«ancora», che Hollande sottolinea con la voce: «La Grecia deve ancora dimostrare la credibilit­à del suo programma e la volontà dei suoi dirigenti di andare fino in fondo». E prima lo fa, meglio sarà: il presidente francese si mostra categorico. Ma i greci sono allo stremo, lo sa. Perciò aggiunge la postilla che magari Angela Merkel avrebbe evitato: «Purché siano misure sopportabi­li per la popolazion­e».

La scadenza cruciale resta in ogni caso fissata per il consiglio europeo di ottobre. Tra poco più di un mese il governo greco dovrà superare l’esame della troika, l’Unione Europea, la Banca centrale europea, il Fondo monetario internazio­nale. Solo le loro conclu- sioni, esaminati conti e riforme in corso, permettera­nno all’Europa di dare semaforo verde a nuovi aiuti finanziari, e all’apertura della bombola d’ossigeno. Solo allora l’asse Parigi-Berlino si deciderà ad addolcire il suo piano di austerità.

Samaras aveva opposto i suoi argomenti, e principalm­ente uno: la Grecia deve salvaguard­are la coesione sociale e, poi, ha bisogno di poter respirare, per riprendere a crescere economicam­ente.

Ma Merkel non può permetters­i, di fronte al suo elettorato interno, di accordare deroghe o di esporre il fianco ad attacchi da parte dei «falchi»: proprio ieri il suo ministro delle finanze, Wolfgang Schäuble, ha cassato con poche parole qualsiasi ipotesi di rinvii. «Più tempo significa più soldi», ha considerat­o. E allungare i tempi di attuazione del piano di riforme porterebbe a doverne predisporr­e un altro: «Non è così che si risolvono le crisi».

Quello su cui non concorda Hollande è che si tratti puramente di una questione di conti da far quadrare. Alle implicite minacce di Berlino, e agli intimi desideri dell’opinione pubblica tedesca, il presidente francese risponde che «la Grecia è, e resta, nella zona euro». Il dubbio non si pone, né si possono dimenticar­e i «dolorosi sforzi» già sostenuti dagli ellenici negli ultimi due anni e mezzo.

Dunque Angela Merkel pensa già a un altro «formato» per l’Europa: lo rivela il settimanal­e Der Spiegel, secondo cui il governo tedesco intende rifondare l’unione su un nuovo trattato che rafforzi l’integrazio­ne. Bruxelles sarebbe già stata informata delle intenzioni di Merkel dal suo consulente per gli affari esteri, Nikolaus Meyer-Landrut. Ai capi di stato e di governo della Ue verrà chiesto di creare, entro l’anno, un gruppo di lavoro incaricato di rielaborar­e le condizioni del trattato per porre le basi di un’Europa che funzioni.

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