I SERVIZI SEGRETI TRASPARENTI PER CASO
I nostri servizi segreti, spesso ritenuti poco trasparenti, talvolta sono sin troppo aperti. Il programma «Street View» di Google può riprendere luoghi e spostamenti all'interno delle roccaforti di massima sicurezza.
I nostri servizi segreti, spesso definiti «opachi», o comunque considerati poco trasparenti, o addirittura, per rimarcare con espressione logora e convenzionale la presunta inaffidabilità di una sua parte, «deviati», talvolta appaiono invece sin troppo aperti e disponibili. Si legge infatti sul Secolo XIX che il programma Street View di Google può agiatamente riprendere con le sue telecamere luoghi, targhe di macchine e spostamenti all’interno di Forte Braschi, sede di alcuni uffici dell’«Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna». Fuori di quella struttura, che dovrebbe essere protetta da sguardi intrusivi e indiscreti, sono evidenti cartelli con su scritto: «Zona militare. Divieto di eseguire fotografie, cinematografie e rilievi anche a vista». Forse non sanno, i responsabili di Palazzo Braschi che le «cinematografie» sono diventate più sofisticate e si fanno beffe dei divieti di una volta.
Nei dintorni della sede della Cia, in Virginia, le telecamere di Google sono oscurate, e lo stesso accade a Parigi dove le riprese satellitari del palazzo che ospita la Direc- tion générale de la sécurité extérieure sono addirittura impensabili. Resta invece il paradosso di servizi di sicurezza che non appaiono limpidi quando dovrebbero e invece risultano troppo trasparenti quando le esigenze della riservatezza sono reali e fondate. Anzi, davvero appare incomprensibile che i responsabili della struttura non si siano resi conto sinora che la vulnerabilità visiva della sede che dovrebbe ospitare servizi che appunto si fregiano del termine «segreti» è una delle possibilità tecnologicamente più realizzabili nell’epoca di Google, dei satelliti, della visibilità totale e della precarietà di ogni segreto. La convivenza di cartelli che oramai appartengono all’era arcaica della ripresa fotografica e televisiva e di una totale inconsapevolezza per l’intrusività massima delle nuove tecnologie risulta veramente sorprendente. Sperando che uno schermo venga a proteggere Forte Braschi dagli sguardi indiscreti della tv di Google, e che la «trasparenza», sacrosanta, conosca qualche confine. Ragionevole.