Esplode la raffineria gigante: 26 morti
RIO DE JANEIRO — E’ una raffineria gigantesca, stretta tra il mare e i quartieri popolari di Punto Fijo, una città di 300.000 abitanti che vive di petrolio. Nella notte tra venerdì e sabato ha ucciso almeno 26 persone, tra cui un bambino di 10 anni, in un inferno di fiamme e fumo, tra esplosioni a catena. A causa dell’orario le vittime sono in buona parte soldati dell’esercito, di guardia alle installazioni. Ma le fiamme e soprattutto il fumo hanno investito in pochi minuti anche le case vicine. Amuay è il più importante centro di raffinazione del Venezuela, da 645.000 barili di greggio al giorno.
Secondo le prime ricostruzioni, il disastro sarebbe stato causato da una perdita di gas pro- pano, il quale ha fatto esplodere prima due depositi di carburante e poi raggiunto un oleodotto che trasportava nafta. E’ stato soprattutto questo a bruciare per ore. Nella notte centinaia di famiglie hanno abbandonato le proprie case spontaneamente. E nelle ore successive, per precauzione, sono poi stati evacuati due quartieri vicini, mentre i feriti e gli intossicati, almeno 90, sono stati trasportati negli ospedali vicini. E’ stata Stella Lugo, governatore dello Stato Falcon, a informare che tra le vittime ci sarebbe anche un bambino. Una donna ha raccontato che dopo l’esplosione l’intera popolazione di San Rafa- el, a cinque isolati dalla raffineria, è uscita in strada. «Sappiamo dove viviamo e siamo assai sensibili a qualunque rumore o odore provenga dall’altra parte della strada», ha detto.
Tre giorni di lutto nazionale sono stati decretati dal presidente Hugo Chavez, che ha promesso una dettagliata indagine. Il Venezuela vive giorni di alta tensione politica, a causa delle imminenti elezioni presidenziali, e la possibilità di un gesto di sabotaggio non va esclusa. Il ministro del Petrolio Rafael Ramirez ha sostenuto però che le cause sono accidentali: «A causa dell’assenza di vento una perdita di gas abbastanza contenuta non si è dispersa».