Quartiere a luci rosse L’arcivescovo di Napoli critica de Magistris
Botta e risposta tra il cardinale Crescenzio Sepe e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris sull’ipotesi di realizzare una zona a luci rosse in città avanzata qualche giorno fa dal primo cittadino. «Napoli non ha bisogno di ghetti, dove si fa commercio di carne umana e di valori — ha detto l’arcivescovo Sepe —, ma di luoghi di accoglienza per persone sole, per vecchi e nuovi poveri, per bambini abbandonati o a rischio, per portatori di handicap e gravi malattie. C’è bisogno di luoghi di lavoro per i giovani. È questa la Napoli, malata e abbandonata, che ha bisogno di attenzione, di solidarietà e di amore». Così, ieri, l’arcivescovo di Napoli Sepe durante le celebrazioni per Santa Patrizia, ha espresso la propria «ferma avversione» alla possibilità di creare uno spazio dedicato alla prostituzione. Sepe ha sottolineato che «nessuno pretende soluzioni miracolose a problemi antichi e recenti e aggravati da una crisi economica senza precedenti», ma ha anche aggiunto che «non ci si può lasciare andare a frivolezze». Il presule ha detto che queste ipotesi «sembra vogliano offrire all’altrui immaginazione una Napoli surreale in cui, soddisfatta ogni preoccupazione, si possono affrontare questioni come il registro delle coppie di fatto, il testamento biologico e ora la prostituzione». Temi su cui, ha ricordato Sepe, «manca una legge nazionale o, come per la prostituzione, esiste una legge che ne vieta la regolamentazione e