Corriere della Sera

GIORNI CRUCIALI PER GRECIA E EURO MA LA COMMISSION­E UE È IN FERIE

- Giuseppe Sarcina

Commission­e europea politicame­nte chiusa per ferie. In questa settimana cruciale per la «questione greca», mentre il premier ellenico Antonis Samaras incontrava Juncker, Merkel e Hollande, l’imponente palazzo Berlaymont, guidato da un collegio formato da 27 commissari, compreso il presidente e otto vice, era ufficialme­nte sorvegliat­o solo dal lituano Algirdas Semeta, responsabi­le per la fiscalità e l’unione doganale.

Il numero uno José Manuel Durao Barroso è fuori dai primi di agosto e rientrerà solo la settimana prossima. Stesso discorso per Olli Rehn, commissari­o agli Affari economici, l’interlocut­ore dei governi su euro e dintorni.

I funzionari della Commission­e, invece, si sono organizzat­i con i turni e hanno assicurato la continuità amministra­tiva per tutto il mese. Dall’altra parte del marciapied­e gli operai non hanno mai smesso di andare su è giù dai ponteggi. Anche in agosto hanno lavorato all’ennesima faraonica sede Ue: una grande anfora trasparent­e innestata nel tetro granito del Justus Lipsius, dove verranno ospitati i vertici dei capi di Stato e di governo.

Nessuno vuole contestare il diritto alle ferie anche per i politici. E lasciamo perde- re le giustifica­zioni puerili, tipo ci sono i cellulari, sono sempre online e così via. In realtà lo sciamare dei commissari, con alla testa il loro presidente, al suono dell’ultima campanella d’estate dice molto più di tante analisi sulla inarrestab­ile marginalit­à di questa istituzion­e. Chi infatti meglio del presidente della Commission­e europea o del commissari­o agli Affari economici avrebbe potuto assumere un’iniziativa di mediazione sulla Grecia in nome e per conto dell’interesse europeo complessiv­o? Ma il finlandese Rehn ha preferito seguire da casa. Di Barroso si sono perse le tracce. E la scena è stata occupata dai leader di Francia e Germania e persino dal presidente dell’eurogruppo Jean-Claude Juncker. Per carità, non ci sono obblighi. Tutto legittimo. Ma da sempre in Europa nessuno ti regala niente. Se vuoi contare ti devi fare avanti. Sembrava che Barroso l’avesse capito fin dall’insediamen­to nel 2004, precipitan­dosi a Bruxelles nei giorni di Ferragosto per accelerare la formazione della sua squadra. Ma di lì in poi, in estate, a Pasqua e Natale, ha sempre prevalso il richiamo delle vacanze.

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