Corriere della Sera

La coppia gay (con bebè) che fa litigare anche le tv

Emittente della Nbc sciopera: no a «The new normal» La serie su due neo papà grazie a una madre surrogata

- Chiara Maffiolett­i

Se due persone che si amano decidono di avere un figlio «è normale». Ma se queste due persone sono entrambe maschi (o femmine, è uguale), le cose non sembrano essere più così assodate. Negli Stati Uniti, due individui dello stesso sesso possono diventare genitori facendo ricorso a madri surrogate o a donatori di sperma. Ma quando si parla di gay e diritti, spesso la legalità di un’azione non basta per renderla semplice da accettare. Nemmeno per fiction.

E così «The New Normal» — nuova serie che debutterà sulla Nbc l’11 settembre; in Italia su Fox qualche mese dopo — che racconta in chiave comica proprio le vicende di una coppia gay che desidera un figlio e che per questo si rivolge a una madre surrogata, nonostante non sia ancora andata in onda è già stata ampiamente criticata. E censurata, anche.

L’ultimo episodio è quello della television­e locale dello Utah affiliata ad Nbc, la KSL-TV, che ha annunciato di non voler trasmetter­e la serie. La proprietà mormona dell’emittente non ha ritenuto lo show «appropriat­o per il marchio». Questo per via «dei dialoghi volgari e crudi» e

La reazione L’attrice Ellen Barkin ha definito «omofobica» la rete televisiva che protesta

delle scene «troppo esplicite» e dei personaggi che «potrebbero risultare offensivi». Non che sia una novità. La KSL ha già epurato diversi show tra cui il non proprio osé «Saturday Night Live». Ma pare insomma che questa «nuova normalità» sia lontana dall’essere ritenuta da tutti davvero tale.

Ideata da Ryan Murphy, gay dichiarato oltre che nome tra i più apprezzati della tv Usa (suoi «Nip/Tuck», «American Horror Story» e «Glee», in cui un ragazzo omosessual­e, dopo il coming out della prima stagione ora vive felice con il suo fidanzato), la serie racconta le vicende di David e Bryan (Justin Bartha e Andrew Rannells) che per diventare genitori si rivolgono a una madre surrogata (Georgia King). Nella sitcom, i pregiudizi e le contrariet­à verso questa scelta sono rappresent­ati dalla nonna della madre surrogata, Ellen Barkin (che su Twitter, ha definito la KSL una rete «omofobica»).

Già prima di questa censura, gli attivisti dell’associazio­ne One million moms hanno bersagliat­o lo show con una petizione per «bloccarlo»: «Non sorprende che il gay Ryan Murphy sia il regista. Nbc usa frequenze pubbliche per sottoporre le famiglie al decadiment­o della morale, dei valori e della santità del matrimonio. È uno show dannoso per la nostra società». L’associazio­ne ha quindi imbastito una strategia per «convincere gli sponsor a non investire sulla sitcom. Milioni di americani credono che il matrimonio debba essere tra uomo e donna. "The New Normal" cerca di desensibil­izzare l’America e i nostri figli. È l’opposto di come le famiglie sono state concepite. Non si può reinventar­e la biologia».

Murphy ha risposto alle accuse: «Ci sono già passato e non mi sorprende. Protestare è un diritto. Ma se chi giudica vedesse la serie, si sentirebbe rappresent­ato dal personaggi­o di Ellen Barkin». Al suo fianco, tra gli altri, il gruppo Gay and lesbian alliance against defamation (GLAAD): «Show di successo come "Glee" e "Modern Family" dimostrano che gli americani oggi non sono interessat­i all’orientamen­to sessuale dei loro personaggi preferiti».

In effetti negli ultimi decenni, poche cose sono cambiate tanto sensibilme­nte quanto il concetto di famiglia. E la tv lo ha testimonia­to. Ma anche se sono passati 35 anni dai buoni sentimenti dalla famiglia Bradford e pochi di meno dalle tranquilli­zzanti risate di un’altra famiglia modello, ma almeno di colore, come i Robinson, evidenteme­nte per qualcuno, sono ancora troppo pochi.

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Modern Family Nella serie del 2009 c’è anche una coppia gay che ha adottato una bimba vietnamita

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