Corriere della Sera

Asamoah maramaldeg­gia

- Alberto Costa

6 STORARI Prima parata su Biabiany, poi un altro paio di interventi, giusto per ricordare che «c’ero anch’io». 6 BONUCCI Dribblati i guai giudiziari, è voglioso di ben figurare.

6,5 MARRONE Carrera (Conte) gli rinnova la fiducia così, dopo la buona esibizione al Berlusconi, eccolo di nuovo giostrare in scioltezza nel mezzo della linea difensiva.

6,5 BARZAGLI Sempre grintoso, gli basta il mestiere per disinnesca­re le velleità ospiti.

6,5 LICHTSTEIN­ER Al primo guizzo si procura un rigore. Poi è tempista nel catapultar­si sul pallone di Asamoah. Insomma, anche se non gioca un partitone, l’equilibrio lo spacca lui.

5,5 VIDAL In una notte di ordinario tran tran ha la possibilit­à di imprimere una sterzata alla partita tirando il rigore di cui sopra. Francesco De Gregori sostiene che non è mica da questo particolar­e che si giudica un giocatore, però se non se lo fosse fatto parare sarebbe stato meglio.

6,5 PIRLO Si è fatto crescere la barba, tipo santone indiano, ma il suo calcio non è ascetico. Le piccole-grandi scintille nell’iniziale monotonia della manovra bianconera le accende lui. Poi raddoppia con una punizione che Mirante abbranca oltre la linea.

5,5 MARCHISIO Il capitano si nasconde nell’ammucchiat­a in mezzo al campo di questa Juve dall’incedere un po’ troppo cadenzato. Resta imboscato anche quando il copione dell’incontro si colora nettamente di bianco e di nero.

7 ASAMOAH È già un idolo del tifo juventino. Maramaldeg­gia infatti sulla fascia sinistra e quando recupera generoso un paio di palloni lo stadio quasi oscilla per l’entusiasmo. Figuriamoc­i quando scardina la retroguard­ia ospite per la rete di Lichtstein­er.

6,5 VUCINIC I baffi non gli donano ma, contenta sua moglie, siamo contenti tutti. Mustacchi o non mustacchi, il talento resta di un’altra categoria, gioca facile anche i palloni complicati. Vorrebbe calciare lui il rigore che poi Vidal cicca e forse sarebbe stato meglio se avesse fatto la voce grossa.

5 GIOVINCO Il primo tiro (un tocco telefonato) è suo ma questo non modifica la consideraz­ione di fondo: sostanzial­mente non pervenuto.

6,5 CARRERA Anche se, al momento di snocciolar­e le formazioni e in spregio ai verdetti della giustizia sportiva, lo speaker alla voce «allenatore» urla il nome di Antonio Conte, in panchina c’è sempre lui. E per ora non perde un colpo.

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