Corriere della Sera

Gene canta e balla sotto la pioggia

- di Maurizio Porro

Mai un laureato in economia fece un mestiere così improprio quanto Gene Kelly che, invece di lavorare in Borsa, si è diplomato alla dura scuola di Broadway e poi di Hollywood, diventando uno dei ballerini più innovatori della storia, alter ego di Fred Astaire: uno ginnico e proletario usciva saltando all’aria aperta, portando il musical in strada con contagiosa vitalità; l’altro volteggiav­a elegante in frac, in interni eleganti con Ginger cheek to cheek. Oggi in omaggio al centenario della nascita si può ammirare Gene Kelly (foto) nel suo leggendari­o Cantando sotto la pioggia che contiene la scena più cult di tutto il musical. Chi non ha sognato di provare, sotto la pioggia, con l’ombrello e il cuore in subbuglio, a perdere la forza di gravità singin’ and dancin’ tra le pozzangher­e? Il film diretto da Kelly e Stanley Donen, affiatata coppia già di Un giorno a New York, ironizza sul passaggio dal cinema muto al sonoro raccontand­o la crisi degli attori con brutta voce, vedi John Gilbert e il protagonis­ta del recente successo The Artist. In più una vanaglorio­sa diva con voce chioccia non si rassegna al tramonto ed è salvata dall’invenzione del doppiaggio con Debbie Reynolds, bella, buona e innamorata, che parla al suo posto (in realtà nella versione originale è l’inverso, proprio un pirandelli­ano gioco delle parti). Un capolavoro non solo nel suo genere, che da 60 anni piace a tutti perché guarda con affetto divertito la storia del cinema e i suoi momenti di trambusto tecnico, costruendo una storia tenera, affettuosa, satirica. I meriti? Numeri coreografi­ci indimentic­abili (l’ultimo, on stage, con Cyd Charisse in caschetto nero alla Louise Brooks), la colonna sonora saltipicch­io di Brown e Freed, il mitico produttore Mgm, che si canta da qui all’eternità, un partner ballerino comico come Donald O’Connor (star della serie di Francis il mulo parlante) anch’egli privato di forza di gravità nel famoso assolo di «Make ’em laugh», remake di «Be a clown» del Pirata di Minnelli: siamo sempre in famiglia. Uscito nel ’52, il musical rischiò di passare per un’americanat­a, ma col tempo s’è visto che sorpassa modi e mode con finezza ed invenzioni: e per l’Americano a Parigi Gene Kelly ancora oggi è un meraviglio­so biglietto da visita. Cantando sotto la pioggia Sky Cinema Classics, ore 15.15

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