Corriere della Sera

L’affondo di Berlusconi: torno per vincere

Annuncio del Cavaliere prima dell’accelerazi­one della crisi: un altro leader non c’è

- Gianni Santucci

MILANO — Mario Monti sale al Quirinale per annunciare le sue dimissioni sei ore dopo che Silvio Berlusconi è s a l i t o a Mil a nel l o ( c e nt r o sportivo del Milan) per certificar­e con toni marziali la sua nuova candidatur­a: «Anche quando facevo sport, lavoravo, studiavo, non sono mai entrato in una gara per ottenere un buon posizionam­ento, ma sono sempre entrato per vincere». Il presidente della squadra rossonera, all’ora di pranzo, non sa ancora quel che in serata Monti dirà a Giorgio Napolitano, ma si ripresenta sulla scena politica del centrodest­ra come unico leader: nell’anno in cui si è fatto da parte per «senso di responsabi­lità», una guida alternativ­a «l’abbiamo cercata eccome». Che tipo di leader? «Un Berlusconi del ’94», risponde l’ex premier. Che poi accenna un sorriso e scuote un minimo la testa, prima di rispolvera­re il suo dialetto milanese: «Purtroppo, quel leader, el gh’è no ». Non c’è. E presto non ci saranno più neppure «i tecnici».

Ricomincia con un’inaspett a t a a c c e l e r a z i one l a road map del Pdl per il dopo Monti. Una marcia che per ora viene indirettam­ente scandita dal calendario della serie A. È la quarta volta in poco più di un mese che Silvio Berlusconi dà appuntamen­to al Milan e al Paese fuori da Milanello, il centro sportivo vicino Varese dove si allena la squadra rossonera. Canovaccio che si ripete: atterraggi­o in elicottero, intermezzo per comunicazi­oni calcistich­e e politiche, pranzo con la squadra. La visita di ieri tra le colline spolverate di neve serve prima di tutto per segnare la fine di quella marcia: per le prossime elezioni «si è indicata la data del 10 marzo — afferma Ariedo Braida un po’ in disparte. I giocatori che a metà giornata arrivano per il pranzo e l’allenament­o sfilano dietro vetri scuri. Gli ultimi ad arrivare sono Bojan e Robinho. L’allenatore Massimilia­no Allegri ha già parlato in conferenza stampa e la sua panchina sembra oggi più salda rispetto alle settimane passate, in cui il presidente copriva di elogi l’ex mister del Barcellona, Guardiola. In un inedito parallelo, la posizione del mister scelto per il suo Pdl sembra sempre invece sempre più incerta: «Ci eravamo dati una nuova dirigenza con Angelino Alfano, però ci vuole tempo per imporsi come leader. Tutti i sondaggi davano il Pdl a un livello che non basta per contrastar­e la sinistra». E ancora: «Io torno in campo per disperazio­ne, per le condizioni a cui ci ha ridotto la politica dei tecnici e dell’austerità germano-centrica».

È un po’ così in tutti i «comizi di Milanello» di questa nuova stagione del centrodest­ra. Calcio e politica si intreccian­o e fanno scintille di continuo. Oggi torna in panchina l’allenatore della Juve, Antonio Conte: «Anche lui un perseguita­to dalla giustizia? Non conosco la situazione — riflette Berlusconi — ma non ci sarebbe da stupirsi, visto che tutti i giorni abbiamo a che fare con la malagiusti­zia e una magistratu­ra onnipotent­e». Il modello Milan «dei giovani» si riproporrà in Parlamento: «Servono facce nuove, non c’è dubbio». L’elicottero dell’ex premier riparte da Milanello poco dopo le 16. L’ultimo augurio, sulla scia calcio-elezioni, galleggia nelle parole di Allegri: «A marzo il Milan avrà una classifica migliore».

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A Milanello L’ex premier Silvio Berlusconi, 76 anni, nel centro sportivo del Milan dove ha annunciato l’intenzione di ricandidar­si ( foto Afp)
Il presidente Rodolfo Sabelli
Il leader che non c’è A Milanello L’ex premier Silvio Berlusconi, 76 anni, nel centro sportivo del Milan dove ha annunciato l’intenzione di ricandidar­si ( foto Afp) Il presidente Rodolfo Sabelli

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