Corriere della Sera

La deputata: troppe oscillazio­ni ci rendono poco credibili

- Fabrizio Roncone

ROMA — Onorevole Giorgia Meloni, è arrivata la notizia che Mario Monti, dopo la sostanzial­e sfiducia espressa da Angelino Alfano, intende rassegnare le dimissioni.

«Mi sembra che l’esperienza del governo fosse comunque giunta al termine: a questo punto, direi che abbiamo l’obbligo di guardare avanti...».

(Sono le 22,16: quello che segue è il colloquio avuto alcune ore prima).

Su Twitter, lei ha scritto: «Considero la ricandidat­ura di Berlusconi un errore». Può essere più precisa?

«Il suo è un errore che contiene due problemi. Uno di merito e uno di metodo». Ci spieghi quello di merito. «Allora: io credo che Berlusconi sia stato davvero molto lungimiran­te quando, più di un anno fa, decise di passare il testimone ad Alfano, quindi di fatto ad una nuova generazion­e, e quando poi, ribadendo tale scelta, poche settimane fa, fissò persino la date delle elezioni primarie, annunciate per il prossimo 16 dicembre. Erano infatti decisioni perfettame­nte in sintonia con la richiesta degli italiani di rinnovare la classe politica di questo Paese. Per tutto questo, ecco, l’aver cancellato improvvisa­mente tale percorso rischia di essere una mossa assolutame­nte incomprens­ibile dal punto di vista politico».

La questione di metodo.

«Beh, è evidente che il continuo cambiare idea, l’estenuante oscillare fino ad arrivare al paradosso di raccoglier­e oltre 200 mila firme a sostegno dei candidati per le primarie, e poi dire, per giunta a mezzo stampa, senza neppure riunire gli organi competenti, scusate ma non se ne fa più niente, abbiate pazienza ma abbiamo scherzato...». Continui. «Insomma, ecco, tutto questo ci rende complessiv­amente assai poco credibili».

Lei che è stata tra le prime a candidarsi alle primarie del Pdl, è stata tra i pochi a criticare ufficialme­nte le mosse di Berlusconi: ora cosa intende fare?

«Intanto, chiedo formalment­e la convocazio­ne dell’Ufficio di presidenza e del Consiglio nazionale del partito... luoghi nei quali si possa ragionare insieme di scelte che sono, con tutta evidenza, dirimenti».

Onorevole, sono luoghi di discussion­e per i quali, dovrebbe saperlo, il Cavaliere nutre scarsa fiducia.

«Veramente a me risulta che quando abbiamo preso decisioni importanti, come fu quella di nominare Alfano segretario, gli organi apicali si sono sempre riuniti... E poiché in questi giorni abbiamo annullato le primarie, candidato Berlusconi a premier, aperto una crisi di governo... come dire? Anche queste a me paiono questioni sulle quali valga la pena fare due chiacchier­e».

Guardi che due chiacchier­e, e anche di più, le hanno già fatte a Palazzo Grazioli. E c’erano Cicchitto, Gasparri, La Russa...

«Lo so. Ma io resto convinta che certe decisioni richiedano un confronto più ampio».

La sua posizione è coraggiosa ma, per certi versi, politicame­nte rischiosa.

«Io penso che in politica si renda un servizio utile anche agli altri quando si dice quello che si pensa, magari a costo di apparire scomodi, piuttosto che dire sempre di sì, anche se si pensa esattament­e il contrario».

Il Pdl è scosso, e mentre molti si affrettano a risalire sul carrozzone, altri sono tentati di scendere.

«Mi sta riformulan­do la domanda di poco fa? Vuol sapere cosa intendo fare? Gliel’ho detto: chiedo la convocazio­ne degli organi del partito e...». Sì, e poi? «Poi confermo la manifestaz­ione a Roma che avevamo già previsto per il prossimo 16 dicembre, data nella quale si sarebbero dovute tenere le primarie. Sarà l’occasione per spiegare la nostra idea di centrodest­ra...». Molti ritengono che lei sia decisa a... «No, aspetti, mi faccia concludere... A Roma parleremo di povertà, ma anche di innovazion­e tecnologic­a e sfide ambientali. Infine diremo che il recupero della politica passa anche attraverso scelte coraggiose...». A cosa allude? «Noi diciamo che occorre restituire agli italiani il diritto di scegliersi i parlamenta­ri e che non bisogna ricandidar­e quelli che, con i loro comportame­nti, hanno infangato le istituzion­i e chi fa politica onestament­e».

Lei parla al plurale. Alla manifestaz­ione di Roma diremo, faremo... Chi ci sarà?

«È una manifestaz­ione aperta a chiunque, nel Pdl, abbia voglia di esprimere il proprio parere su questi argomenti, e su altro».

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