La deputata: troppe oscillazioni ci rendono poco credibili
ROMA — Onorevole Giorgia Meloni, è arrivata la notizia che Mario Monti, dopo la sostanziale sfiducia espressa da Angelino Alfano, intende rassegnare le dimissioni.
«Mi sembra che l’esperienza del governo fosse comunque giunta al termine: a questo punto, direi che abbiamo l’obbligo di guardare avanti...».
(Sono le 22,16: quello che segue è il colloquio avuto alcune ore prima).
Su Twitter, lei ha scritto: «Considero la ricandidatura di Berlusconi un errore». Può essere più precisa?
«Il suo è un errore che contiene due problemi. Uno di merito e uno di metodo». Ci spieghi quello di merito. «Allora: io credo che Berlusconi sia stato davvero molto lungimirante quando, più di un anno fa, decise di passare il testimone ad Alfano, quindi di fatto ad una nuova generazione, e quando poi, ribadendo tale scelta, poche settimane fa, fissò persino la date delle elezioni primarie, annunciate per il prossimo 16 dicembre. Erano infatti decisioni perfettamente in sintonia con la richiesta degli italiani di rinnovare la classe politica di questo Paese. Per tutto questo, ecco, l’aver cancellato improvvisamente tale percorso rischia di essere una mossa assolutamente incomprensibile dal punto di vista politico».
La questione di metodo.
«Beh, è evidente che il continuo cambiare idea, l’estenuante oscillare fino ad arrivare al paradosso di raccogliere oltre 200 mila firme a sostegno dei candidati per le primarie, e poi dire, per giunta a mezzo stampa, senza neppure riunire gli organi competenti, scusate ma non se ne fa più niente, abbiate pazienza ma abbiamo scherzato...». Continui. «Insomma, ecco, tutto questo ci rende complessivamente assai poco credibili».
Lei che è stata tra le prime a candidarsi alle primarie del Pdl, è stata tra i pochi a criticare ufficialmente le mosse di Berlusconi: ora cosa intende fare?
«Intanto, chiedo formalmente la convocazione dell’Ufficio di presidenza e del Consiglio nazionale del partito... luoghi nei quali si possa ragionare insieme di scelte che sono, con tutta evidenza, dirimenti».
Onorevole, sono luoghi di discussione per i quali, dovrebbe saperlo, il Cavaliere nutre scarsa fiducia.
«Veramente a me risulta che quando abbiamo preso decisioni importanti, come fu quella di nominare Alfano segretario, gli organi apicali si sono sempre riuniti... E poiché in questi giorni abbiamo annullato le primarie, candidato Berlusconi a premier, aperto una crisi di governo... come dire? Anche queste a me paiono questioni sulle quali valga la pena fare due chiacchiere».
Guardi che due chiacchiere, e anche di più, le hanno già fatte a Palazzo Grazioli. E c’erano Cicchitto, Gasparri, La Russa...
«Lo so. Ma io resto convinta che certe decisioni richiedano un confronto più ampio».
La sua posizione è coraggiosa ma, per certi versi, politicamente rischiosa.
«Io penso che in politica si renda un servizio utile anche agli altri quando si dice quello che si pensa, magari a costo di apparire scomodi, piuttosto che dire sempre di sì, anche se si pensa esattamente il contrario».
Il Pdl è scosso, e mentre molti si affrettano a risalire sul carrozzone, altri sono tentati di scendere.
«Mi sta riformulando la domanda di poco fa? Vuol sapere cosa intendo fare? Gliel’ho detto: chiedo la convocazione degli organi del partito e...». Sì, e poi? «Poi confermo la manifestazione a Roma che avevamo già previsto per il prossimo 16 dicembre, data nella quale si sarebbero dovute tenere le primarie. Sarà l’occasione per spiegare la nostra idea di centrodestra...». Molti ritengono che lei sia decisa a... «No, aspetti, mi faccia concludere... A Roma parleremo di povertà, ma anche di innovazione tecnologica e sfide ambientali. Infine diremo che il recupero della politica passa anche attraverso scelte coraggiose...». A cosa allude? «Noi diciamo che occorre restituire agli italiani il diritto di scegliersi i parlamentari e che non bisogna ricandidare quelli che, con i loro comportamenti, hanno infangato le istituzioni e chi fa politica onestamente».
Lei parla al plurale. Alla manifestazione di Roma diremo, faremo... Chi ci sarà?
«È una manifestazione aperta a chiunque, nel Pdl, abbia voglia di esprimere il proprio parere su questi argomenti, e su altro».