Grillo blinda i dati delle Parlamentarie Parenti in lista, è lite
MILANO — Un attacco al Cavaliere — «Molti al grido di arridatece il puzzone vogliono liberarsi il prima possibile di Monti rimettendo allo psiconano ogni peccato» — e uno all’esecutivo («L’agenda Monti, sottoscritta con voluttà dal pdmenoelle, prevedeva un solo punto: lo spread, ma lo spread non si mangia e soprattutto non dipende da Monti, ma dalle agenzie di rating internazionali»): Beppe Grillo sul suo blog punta all’attualità politica, ma in seno al movimento non si placano le polemiche sulle Parlamentarie, che si sono concluse giovedì. Tra i militanti, nei vari forum, tengono ancora banco le discussioni sull’effettivo numero dei votanti e su alcuni candidati che hanno legami familiari o affettivi con altri esponenti grillini.
Il leader non ha reso note le preferenze ottenute dai singoli candidati e ha cercato di blindare non solo i risultati ma anche le cifre relative agli iscritti ai Cinque Stelle, minacciando di ricorrere a vie legali nel caso di fughe di notizie: «Sono in corso alcuni tentativi di acquisire i dati degli iscritti al MoVimento 5 Stelle tramite sedicenti sondaggi o censimenti sulle Parlamentarie pubblicati su Facebook da parte di terzi facendo intendere di essere legati al MoVimento 5 Stelle. Sono ovviamente degli illeciti e saranno denunciati alle autorità», ha scritto sul blog.
Le intenzioni di Grillo vengono però sconfessate dagli stessi militanti. Serenella Spalla, attivista dell’Emilia-Romagna giunta quarantacinquesima alla consultazione online, ha postato su Facebook una stima dei votanti in molte Regioni. Cifre contenute: si va dagli 86 elettori del Molise ai 555 della Sardegna, ai mille (circa) di Piemonte, Veneto e Puglia. Numeri che suscitano reazioni e commenti. «È davvero scandaloso che qualcuno consideri normale essere candidato al Parlamento grazie a 70 segnalazioni su internet, come è accaduto in Emilia-Romagna con le Parlamentarie di Grillo», dichiarano gli esponenti pd Sandra Zampa e Giulio Santagata. «Aspettiamo che il Pd faccia con i suoi tre milioni di votanti le Parlamentarie per ogni candidato a Montecitorio o Palazzo Madama», ribatte Vito Crimi, volto storico dei Cinque Stelle, recordman di preferenze in «Lombardia 2» e candidato al Senato. «Le nostre sono state selezioni interne con oltre 32 mila votanti, non cambierei una virgola». E sulle contestazioni attacca: «Se ci sono situazioni critiche qualcuno le denunci, senza insinuare solo il dubbio». «Anche noi abbiamo visto risultati diversi da quelli che ci aspettavamo — continua —. In Emilia-Romagna per esempio la base ha sostenuto candidati vicini al gruppo dei cosiddetti dissidenti: è la dimostrazione che le consultazioni sono state libere e non manovrate».
Crimi replica anche alle accuse di favoritismi verso familiari e stretti collaboratori: «Perché penalizzare qualcuno solo perché è parente? Le persone sono state votate dagli iscritti». Anche Giancarlo Cancelleri, leader grillino all’Ars e fratello di Azzurra, in corsa per la Camera, si difende: «Nessun nepotismo, mia sorella è stata candidata perché ne ha i requisiti, fa parte del movimento da tempo anche prima di me». «Il fatto di essere mia sorella e di portare il mio cognome — assicura — non l’ha avvantaggiata». Ma intanto sul web la polemica divampa.
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