Container con armi nel porto di Napoli «Diretti in Egitto»
Un arresto. La soffiata viene da Israele
ziale, protetto dalla guardia re- pubblicana, l'unità d'élite dell' esercito che risponde direttamente al capo dello Stato. Un nuovo cerchio di blocchi in cemento è stato disposto intorno all'edificio.
Come previsto, non ha portato a nulla il tentativo di dialogo di Morsi con l'opposizione, boicottato dai leader del Fronte di Salvezza Nazionale. Solo un piccolo drappello di esponenti islamici e un singolo oppositore, Ayman Nour, hanno risposto all'invito a recarsi al Palazzo a metà giornata. Tre rappresentanti musulmani hanno lasciato i colloqui prima che finissero, dicendo che si è trattato di «una conversazione a senso unico».
Cinque container sospetti approdati nel porto di Napoli. «Contengono armi» era l’indicazione avuta dagli agenti della polizia marittima e dai funzionari dell’ufficio dogane che avevano le loro sigle, suggerite — pare — dai servizi segreti israeliani. Tutto questo venerdì pomeriggio.
Ieri sera un quadro più preciso: fonti inquirenti rivelano che, stando ai primi controlli, risulterebbe contenere armi uno soltanto dei container segnalati: cinque lanciarazzi e, p a r e , a l meno un b a z o o k a . Mentre gli altri quattro sarebbero carichi delle merci (regolari) indicate nei documenti.
L’attenzione della Procura partenopea guidata da Giovanni Colangelo è concentrata sulla ricostruzione della rotta prevista dai trafficanti, della quale dovrebbe sapere molto l’uomo arrestato venerdì subito dopo il blocco del carico. È un cittadino egiziano ritenuto il responsabile dei container finiti sotto la lente del Mossad, sarà interrogato entro domani ed è in carcere con l’accusa di porto e detenzione di armi da guerra.
Il carico di armi è ora «parcheggiato» nell’area del Terminale della «So.te.co», all’interno del porto, che è stata isolata e che è sorvegliata dalla polizia e le operazioni di controllo, sospese ieri sera tardi, riprenderanno in mattinata. Da dove arrivano? Qual era la lo- ro destinazione finale?
Dalla documentazione della portacontainer emerge una sosta in Veneto e le carte ufficiali dicono che il carico fosse destinato ad Alessandria d’Egitto. «Materiale edilizio» c’è scritto nella parte che riguarda il contenuto del container con le armi. Al di là di quello che dicono i documenti, che l’approdo finale fosse davvero l’Egitto è soltanto una ipotesi. Troppo presto per fare dei collegamenti fra le violenze della svolta autoritaria egiziana di Mohammed Morsi e la vera destinazione del carico appena scoperto a Napoli. E poi perché Napoli? Una delle possibilità che gli investigatori prenderanno in esame è che