Corriere della Sera

IL BAROMETRO SOLO PROMESSE LA CRISI DEI SUMMIT

- DANILO TAINO

Fallimenti

La

discussion­e sui cambiament­i climatici non è del tutto uscita dai radar, di certo è scesa in basso nella lista delle priorità dei governi e nell’interesse delle opinioni pubbliche mondiali. E la conferenza di Doha terminata ieri — la diciottesi­ma dal 1995 — non ha alimentato gli eventuali entusiasmi rimasti. Che si potessero fare passi avanti verso un accordo sui limiti alle emissioni di gas serra era escluso dall’inizio: da quando la Grande Crisi economica è iniziata, non c’è più stato un vertice nel quale si sia andati in quella direzione. Il summit di Copenaghen del 2009 — fallito e con Stati Uniti e Paesi emergenti che isolarono l’Europa, da sempre l’area più impegnata nella limitazion­e delle emissioni — indicò l’incapacità di queste mastodonti­che riunioni/trattative di raggiunger­e risultati. Già ai vertici di Nairobi e di Bali del 2006 e del 2007 si era denunciato il «turismo climatico» di molti delegati: da quando, l’anno successivo, è scoppiata la crisi, i mega summit si sono svuotati di interesse. Ora, la promessa fatta a Doha dai Paesi ricchi di compensare quelli poveri per i danni prodotti dai cambiament­i del clima sembra vaga e in buona parte un impegno vecchio. Per il resto, si è per lo più allungata la vita degli impegni già in essere. La recessione e l’attenzione prioritari­a su crescita economica e occupazion­e hanno rivelato che i vertici annuali sul clima sono fondati su una strategia oggi per molti (Usa e Paesi emergenti) insostenib­ile. Mettere limiti rigidi alle emissioni di gas serra è costoso: fino a che l’economia è cresciuta, si sono fatti (modesti) passi avanti nelle trattative, anche se poco significat­ivi nel contenimen­to futuro del surriscald­amento globale. Ora è chiaro che la politica di stabilire tetti alle emissioni è in crisi e che una Kyoto Due che la rilanci è piuttosto lontana. Forse meglio abbandonar­la per prendere altre strade: soprattutt­o, in alternativ­a, sostenere la ricerca di nuove ed efficienti tecnologie per le energie rinnovabil­i.

Copenaghen 2009 decretò l’incapacità di decidere

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