Corriere della Sera

Il sogno Balotelli è già finito «Costa troppo, non si può fare»

- Alberto Costa

MILANO — «Sono convocato anch’io e torno in ritiro per forza». Il rito scaramanti­co prosegue, così Silvio Berlusconi, rigorosame­nte in elicottero, si è presentato a Milanello per la quarta vigilia di campionato, quella di Torino, sponda granata.

Aveva già timbrato il cartellino prima della trasferta di Napoli (2-2 in rimonta), della partitissi­ma con la Juve (1-0 con rigore risultato fasullo alla prova delle moviole) e della gara di Catania (netto successo per 3-1). A onor del vero il presidente era atterrato nel college rossonero anche martedì poco prima della sfida di Champions con lo Zenit di Spalletti ma avendo scelto di rinunciare al rituale della vigilia, ecco che, puntuale, è arrivata una sconfitta («Ma la squadra ha svolto un ottimo gioco: gli ospiti hanno segnato nell’unica occasione favorevole»).

Lungo pranzo in compagnia di Galliani e Allegri (allenament­o di rifinitura diretto da Tassotti) in quella che ormai è diventa- ta la seduta settimanal­e del Comitato di Salute Pubblica rossonero, l’arringa ai giocatori prima della messa in moto del bus sociale e, in precedenza, esternazio­ni in chiave soprattutt­o politica concesse alle truppe cammellate dei media. Calcistica- mente parlando il sabato presidenzi­ale si è limitato alle briciole anche se poi, a ben vedere, ha lasciato il segno. Da ieri infatti SuperMario Balotelli è un sogno congelato. Cioè resta un sogno. «È stata interpreta­ta male una mia frase — ha chiosato l’ex premier —. Io ho detto che non sogno queste cose di notte e invece è uscito che io sogno Balotelli di notte. Non c’è una t r a t t a t i va i n corso, assolutame­nte. Queste cose non si possono più fare». È stata invece sufficient­e una battuta per liquidare l’ennesima richiesta di chiariment­i su Pato: «Quando rivedremo il vero Pato?». «Ce lo domandiamo tutti, se lo domanda anche lui. Ogni mattina si guarda allo specchio e si chiede: ‘‘Chi sei tu?’’. Sto seguendo la situazione con preoccupaz­ione».

Prima dell’avvento presidenzi­ale il cerimonial­e aveva programmat­o la conferenza stampa di Allegri senza però prevederne la sconfortan­te sciatteria. Domanda: «Con chi ha intenzione di sostituire i tre assenti: Montolivo, Boateng e Constant?». Risposta: «Con tre giocatori». Domanda: «Chi giocherà in porta?». Risposta: «Un portiere». Tra le poche frasi riproducib­ili del tecnico milanista quella secondo cui «sicurament­e a fine febbraio il Milan sarà in un’ottima posizione in classifica», prontament­e girata a Berlusconi per una sorta di interpreta­zione autentica: «Già abbiamo rimediato perché ci siamo collegati alle cosiddette grandi, a cui quest’anno si aggiunge la Fiorentina: siamo in coda a questo plotone e contiamo di perseverar­e e di migliorare la posizione» ha chiarito il presidente.

Oggi all’Olimpico torinese Adriano Galliani sarà scortato dal presidente del Guangzhou, il club che ha ingaggiato Marcello Lippi, il cui promoter è Davide Lippi, figlio del suddetto. «Visita di cortesia» mette le mani avanti l’a.d. milanista. Ieri il dirigente cinese era a Bergamo ad assistere ad Atalanta-Parma.

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(Imagesport) La dura realtà Allegri ed El Shaarawy dovranno rinunciare ad allenare e a giocare a fianco di Balotelli

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