Corriere della Sera

Irpef e Imu, la mossa del premier

«Alcune tasse potranno essere ridotte. E sulla casa più gettito ai Comuni»

- Marco Galluzzo mgalluzzo@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

me definisce Bersani e Berlusconi, e soprattutt­o inquadra il tema in una cornice più ampia: «Bisogna rivedere l’intera struttura fiscale e farlo sull’arco di un po’ di anni. Bisogna fare molta attenzione però alle promesse fiscali: le tasse sono certamente da ridurre, ma non con promesse insostenib­ili e non mantenibil­i. Se abbiamo una situazione compromess­a è a causa di quanto fatto negli anni precedenti».

In questo quadro il capo del governo rivela un dettaglio di qualche anno fa, ricordando quando nel 2004 Berlusconi gli chiese di fare il ministro dell’Economia. «Gli dissi che avrei anche potuto ma che nel breve non c’era modo di ridurre l’Irpef come aveva promesso». La nomina a ministro non ci fu e il Cavaliere, ha aggiunto il professore, «non è poi riuscito a ridurre l’Irpef». E a proposito di Imu c’è da aggiungere «che è frutto del precedente governo, che lo promise all’Europa».

Affiorano dettagli persona- li: quanto ha pagato lui di Imu? «Parecchio, ma non ho qui la cifra, se ne occupa mia moglie di queste cose». Quella stessa moglie che chiama «presidente», ricordando di aver confidato solo a lei, e a Napolitano, l’intenzione di candidarsi: «Lo dissi ai miei due presidenti. Quello della Repubblica e quello di casa mia...».

Una decisione che «covava» da tempo, scaturita dalla decisione del Pdl di ritirare la fiducia piena al governo, rafforzata dall’endorsemen­t di Obama («abbiamo un rapporto di grande vicinanza e di condivisio­ne della comprensio­ne delle cose e delle persone»), in qualche modo discussa in modo approfondi­to con il capo dello Stato: «L’ho tenuto al corrente dei miei travagli interiori. Non credo che lui abbia avuto sorpresa dalla mia candidatur­a, ma credo l’abbia avuta nella sera di sabato 8 dicembre, quando dopo una riflession­e solitaria ho presentato le dimissioni».

Ci sono alcuni sassolini che è meglio togliere dalle scarpe: la legge anticorruz­ione «va migliorata perché le forze politiche della mia strana maggioranz­a non hanno trovato intesa, per colpa del Pdl, così come sul mercato del lavoro avremmo voluto fare di più ma c’era un freno del Pd». E il discorso si collega all’alleanza con Fini e Casini: «Non li valuto per la loro storia ma prima di altri hanno capito che i problemi non si risolvevan­o senza la grande coalizione. Sono stati i più tenaci sostenitor­i della maggioranz­a, mentre l’apporto Pd e Pdl è stato a corrente alternate».

Sulle critiche di questi giorni, soprattutt­o da parte del Pdl, assicura che non ha mai offerto garanzie, assicurand­o che non si sarebbe candidato: «Non c’era alcun patto, io

I due presidenti «La candidatur­a? Lo dissi ai miei due presidenti, quello della Repubblica e quello di casa mia»

stesso pensavo di non candidarmi perché pensavo non necessario farlo». C’è infine la soddisfazi­one per la crescita del suo movimento nei sondaggi: «Mi fa piacere», è «molto sensibile e in pochissimi giorni. Serviva agli italiani vedere il simbolo o perlomeno avere certezza che questo impegno è partito e ci sarà, quando annuncerem­o le candidatur­e, ci sarà eccome».

L’ultimo sassolino è sull’accusa di vicinanza a banche e finanze: il governo del Cavaliere era contro la tassazione delle transazion­i finanziari­e, «io ho cambiato la posizione dell’Italia»; ricorda la norma sul divieto di sedere nei cda di aziende concorrent­i; e infine, sull’accusa di vicinanza ai poteri forti, invita a chiedere a Jack Welch e a Bill Gates: al primo impedì l’acquisizio­ne della Honeywell, al secondo diede una multa record per violazione delle norme sulla concorrenz­a.

 ?? Il saluto Il presidente del Consiglio e Pier
Ferdinando Casini in Vaticano ?? ROMA — Sulle tasse invita gli elettori a non credere alle «promesse i nsostenibi­li » , ma per la prima volta è lui stesso ad accettare di scendere nel dettaglio: c’è la «possibilit­à» di ridurre l’Irpef e congelare l’Iva a luglio; e anche di fare «di più», e la «via maestra» per riuscirci è «ridurre di più la spesa pubblica».Insomma anche per Monti, come per Berlusconi, è necessario dare un orizzonte di sgravio contributi­vo agli italiani. La cornice e gli argomenti sono diversi, ma anche sull’Imu si possono fare degli auspici. Innanzitut­to, ci tiene a dire, «è frutto del precedente governo», ma «va modificata e il gettito va dato maggiormen­te ai Comuni».Intervista­to su SkyTg24 Monti parla soprattutt­o di economia e di fisco. Lo fa per aprire gli occhi agli elettori, mettendoli in guardia dagli annunci dei «veri politici» co-
Il saluto Il presidente del Consiglio e Pier Ferdinando Casini in Vaticano ROMA — Sulle tasse invita gli elettori a non credere alle «promesse i nsostenibi­li » , ma per la prima volta è lui stesso ad accettare di scendere nel dettaglio: c’è la «possibilit­à» di ridurre l’Irpef e congelare l’Iva a luglio; e anche di fare «di più», e la «via maestra» per riuscirci è «ridurre di più la spesa pubblica».Insomma anche per Monti, come per Berlusconi, è necessario dare un orizzonte di sgravio contributi­vo agli italiani. La cornice e gli argomenti sono diversi, ma anche sull’Imu si possono fare degli auspici. Innanzitut­to, ci tiene a dire, «è frutto del precedente governo», ma «va modificata e il gettito va dato maggiormen­te ai Comuni».Intervista­to su SkyTg24 Monti parla soprattutt­o di economia e di fisco. Lo fa per aprire gli occhi agli elettori, mettendoli in guardia dagli annunci dei «veri politici» co-

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