Tonini, il liberal salvato: noi leali La nostra area non va annientata
«Sui nomi c’è un problema di equilibrio complessivo»
ROMA — «Chi vince non deve annientare chi perde, è un pilastro della democrazia».
E Bersani ha annientato i liberal del Pd, senatore Giorgio Tonini?
«Voglio sperare che non accada. C’è sicuramente un problema di equilibrio complessivo e mi auguro che in queste ultime ore ci sia un’attenzione per questa parte».
Siete minoranza, potrebbero replicare i bersaniani.
«È vero. Bersani ha vinto il congresso e poi anche le primarie, ma noi siamo stati leali e abbiamo riconosciuto la legittimità della vittoria. È giusto che la linea prevalente sia un’altra, però è sbagliato annullare una voce interna che è importante».
In democrazia si vince e si perde.
«Giusto. Dobbiamo essere tutti impegnati a sostenere Bersani, come ha fatto Renzi con una bella lezione di stile. Ma se passa il principio del "guai ai vinti", chi perde scompare dalla scena o deve scegliere l’esilio. E non è cosa buona».
Ichino ha lasciato il Pd per Monti e Ceccanti è fuori dalle liste.
«Appunto. Figure significative rischiano di non esserci, parlamentari uscenti come Ceccanti o giovani proposte, da Antonio Funiciello a Tommaso Nannicini... Sono voci che parlano a un pezzo di elettorato che può essere attratto da Monti e non deve essere indotto a pensare che il Pd è diventato inabitabile per questa area politica».
Inabitabile al punto che qualcun altro potrebbe lasciare?
«Non condivido la via dell’uscita. Quando si sta in un partito e si fa una battaglia interna, poi si deve accettare l’esito. Non sta bene restare solo se si vince, a meno che non mi dicano che chi perde muore. Se questa è la regola, scatta il si salvi chi può». Lei si salverà, forse. «La mia non è certo una nomina nel listino bloccato, è una corsa doppia per la candidatura al colle- gio di Trento. Prima devo essere candidato in un accordo di coalizione e poi essere eletto nel collegio uninominale».
Non si sente un miracolato insomma, né un paracadutato.
«Affatto, anche se sono grato al Pd perché posso contribuire a una operazione che ritengo stimolante e interessante, mi auguro assieme a Lorenzo Dellai e ai montiani».
In Trentino Alto Adige al Senato si vota con il Mattarellum. E il Pd sta lavorando a un accordo con Svp e il movimento di Lorenzo Dellai, che è tra i fondatori del centro montiano.
«Il traguardo è vicino. Se ce la facciamo, la mia regione sarà l’uni-
Impegno «Dobbiamo sostenere Bersani ma se passe il principio del "guai ai vinti" non è una cosa buona
co posto in Italia dove si realizza un accordo tra Pd e montiani».
Ma Bersani oggi stesso potrebbe siglare il patto con l’Svp, i cui rapporti con Monti non sono buoni.
«Sicuramente la frizione tra Dellai e la Sudtiroler Volkspartei è forte, ma i democratici stanno mediando. Vediamo come va a finire... Io sono fiducioso».
Spera che il Trentino possa essere un modello per un accordo di governo tra Bersani e Monti dopo il voto?
«Sì, il Trentino può essere un viatico. Io penso che il dialogo tra il segretario del Pd e il premier sia non solo possibile, ma necessario per il Paese. D’altronde è stato lo stesso Bersani a parlare di alleanza tra progressisti e moderati».
I liberal pagano il sostegno all’agenda Monti?
«Io spero di no, confido che non sia questa idea a prevalere».
Enrico Morando ha parlato di numeri punitivi per voi...
«I numeri finali delle candidature non si sanno. Mancano poche ore per fare in modo che ci sia un vero pluralismo nella rappresentanza parlamentare. Ed è a Bersani che tocca il compito di tenere tutto assieme».