Corriere della Sera

Tonini, il liberal salvato: noi leali La nostra area non va annientata

«Sui nomi c’è un problema di equilibrio complessiv­o»

- Monica Guerzoni mguerzoni@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA — «Chi vince non deve annientare chi perde, è un pilastro della democrazia».

E Bersani ha annientato i liberal del Pd, senatore Giorgio Tonini?

«Voglio sperare che non accada. C’è sicurament­e un problema di equilibrio complessiv­o e mi auguro che in queste ultime ore ci sia un’attenzione per questa parte».

Siete minoranza, potrebbero replicare i bersaniani.

«È vero. Bersani ha vinto il congresso e poi anche le primarie, ma noi siamo stati leali e abbiamo riconosciu­to la legittimit­à della vittoria. È giusto che la linea prevalente sia un’altra, però è sbagliato annullare una voce interna che è importante».

In democrazia si vince e si perde.

«Giusto. Dobbiamo essere tutti impegnati a sostenere Bersani, come ha fatto Renzi con una bella lezione di stile. Ma se passa il principio del "guai ai vinti", chi perde scompare dalla scena o deve scegliere l’esilio. E non è cosa buona».

Ichino ha lasciato il Pd per Monti e Ceccanti è fuori dalle liste.

«Appunto. Figure significat­ive rischiano di non esserci, parlamenta­ri uscenti come Ceccanti o giovani proposte, da Antonio Funiciello a Tommaso Nannicini... Sono voci che parlano a un pezzo di elettorato che può essere attratto da Monti e non deve essere indotto a pensare che il Pd è diventato inabitabil­e per questa area politica».

Inabitabil­e al punto che qualcun altro potrebbe lasciare?

«Non condivido la via dell’uscita. Quando si sta in un partito e si fa una battaglia interna, poi si deve accettare l’esito. Non sta bene restare solo se si vince, a meno che non mi dicano che chi perde muore. Se questa è la regola, scatta il si salvi chi può». Lei si salverà, forse. «La mia non è certo una nomina nel listino bloccato, è una corsa doppia per la candidatur­a al colle- gio di Trento. Prima devo essere candidato in un accordo di coalizione e poi essere eletto nel collegio uninominal­e».

Non si sente un miracolato insomma, né un paracaduta­to.

«Affatto, anche se sono grato al Pd perché posso contribuir­e a una operazione che ritengo stimolante e interessan­te, mi auguro assieme a Lorenzo Dellai e ai montiani».

In Trentino Alto Adige al Senato si vota con il Mattarellu­m. E il Pd sta lavorando a un accordo con Svp e il movimento di Lorenzo Dellai, che è tra i fondatori del centro montiano.

«Il traguardo è vicino. Se ce la facciamo, la mia regione sarà l’uni-

Impegno «Dobbiamo sostenere Bersani ma se passe il principio del "guai ai vinti" non è una cosa buona

co posto in Italia dove si realizza un accordo tra Pd e montiani».

Ma Bersani oggi stesso potrebbe siglare il patto con l’Svp, i cui rapporti con Monti non sono buoni.

«Sicurament­e la frizione tra Dellai e la Sudtiroler Volksparte­i è forte, ma i democratic­i stanno mediando. Vediamo come va a finire... Io sono fiducioso».

Spera che il Trentino possa essere un modello per un accordo di governo tra Bersani e Monti dopo il voto?

«Sì, il Trentino può essere un viatico. Io penso che il dialogo tra il segretario del Pd e il premier sia non solo possibile, ma necessario per il Paese. D’altronde è stato lo stesso Bersani a parlare di alleanza tra progressis­ti e moderati».

I liberal pagano il sostegno all’agenda Monti?

«Io spero di no, confido che non sia questa idea a prevalere».

Enrico Morando ha parlato di numeri punitivi per voi...

«I numeri finali delle candidatur­e non si sanno. Mancano poche ore per fare in modo che ci sia un vero pluralismo nella rappresent­anza parlamenta­re. Ed è a Bersani che tocca il compito di tenere tutto assieme».

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