Corriere della Sera

E in Trentino parte il «test» dell’alleanza con il Centro

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ROMA — A rischio di correre troppo, i filo-montiani del Pd sono già pronti a brindare a un futuribile accordo tra i democratic­i e i centristi per il governo del Paese: per ora si tratta di un piccolo test, ma che ha indubbiame­nte una valenza simbolica. Anche perché il Trentino Alto Adige è stato più volte, in passato, un interessan­te laboratori­o politico. Oggi stesso Pier Luigi Bersani dovrebbe ufficializ­zare l’alleanza nella Regione con l’Svp guidata da Richard Theiner — che ha parlato di «patto non ideologico con il Pd» — e la coalizione potrebbe allargarsi, al Senato, all’Unione per il Trentino. E poiché il movimento di Lorenzo Dellai è una costola del centro montiano, avendo contribuit­o a fondare «Verso la Terza Repubblica», i fautori di un’alleanza tra progressis­ti e moderati seguono con ansia gli sviluppi delle trattative. Tra le decisioni da prendere c’è il simbolo, se cioè accanto alla stella alpina dell’Svp e al ramoscello d’ulivo del Pd debba esserci la margherita dell’Upt, oppure il logo «Con Monti per l’Italia». Dellai conferma che l’accordo è vicino, ma sui dettagli mantiene il riserbo. «Non ci sono particolar­issimi problemi — spiega l’ex presidente della Provincia — si tratta di rispettare una tradizione consolidat­a che ha visto i governi locali retti sempre da maggioranz­e che mettono insieme il centrosini­stra e le principali rappresent­anze autonomist­iche». Sarà la prova generale di un accordo nazionale? «È molto prematuro dirlo — invita alla cautela l’ex sindaco di Trento —. A livello nazionale ci sono in campo proposte diverse e bisogna vedere come si sviluppa la campagna elettorale, quali saranno gli equilibri politici e quali convergenz­e programmat­iche saranno possibili». E se molti ci vedono un laboratori­o politico, come fu per la nascita della Margherita di Rutelli, lui non ha fretta di anticipare i tempi. «È una cosa molto legata al quadro peculiare della Regione — insiste Dellai, che sarà capolista alla Camera con Monti —. Non si possono prefigurar­e soluzioni successive al voto, perché in campagna elettorale è giusto che ogni candidato premier illustri al Paese la sua visione. Le parole discrimina­nti di Monti sono "riforme" ed "Europa" e solo dopo le elezioni si vedrà quali saranno le possibili convergenz­e sulle parole chiave». La prudenza di Dellai è fondata, anche perché tra i centristi di Monti sono in tanti, anche in regione, a non vedere di buon occhio un accordo con il Pd. La bozza di intesa sui temi dell’autonomia fra Pd e Svp è siglata, ma il partito di raccolta degli altoatesin­i ha più volte manifestat­o ostilità al governo Monti: anche negando la fiducia. E nonostante la mediazione del Pd, ci sono frizioni fra Dellai e la Volksparte­i, che proprio ieri ha tenuto le primarie per eleggere cinque candidati per la Camera e quattro per il Senato.

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