Esperti cauti sul sogno della «rimonta»: ma la Lombardia vale più dell’ohio Weber: consensi saliti, non c’è una tendenza. Buttaroni: non è come nel 2006
ROMA — È ottimista, Silvio Berlusconi. Assicura: «I sondaggi ci confermano che in poco più di 15 giorni siamo saliti di 10 punti e quindi contiamo di recuperare quel 40% di elettori che ci avevano votato nel 2008». Le parole del Cavaliere ricordano il 2006, quando, dato ormai per perdente, citò un sondaggio Usa che lo dava testa a testa con il centrosinistra. Tra lo scetticismo la previsione di Stan Greenberg di Washington si avvicinò alla verità e Berlusconi perse al fotofinish. Ora qualche segnale di ripresa della coalizione c’è stato. Ma è davvero possibile la rimonta? O è una strategia di marketing applicata alla campagna elettorale?
Gli analisti sono molto cauti. Ma Nicola Piepoli sorride e concede: «Berlusconi potrebbe persino farcela con un po’ di fantasia e con il fatto che crea la realtà. È un grande ammaliatore». Ma per ora i numeri parlano d’altro. «L’area di centrodestra che il mio amico Mannheimer ieri sul Corriere definiva intorno al 26-28%, secondo me è di poco più ampia: 28-30%», spiega Piepoli. L’accordo con la Lega potrebbe, per Piepoli, essere decisivo: «Rispetto a Berlusconi che si attesta sul 16-17%, i partiti collegati che sono al 7%, si potrebbe arrivare al 30%. Ma l’importante sono i seggi leghisti del Senato che arriverebbero in un colpo solo dalla Lombardia, consentendo di sperare di prendere il piatto. La Lombardia è più dell’Ohio per Obama: al Senato è l’Italia».
Per Carlo Buttaroni, di Tecné, «Berlusconi ha riportato a sé un po’ di elettorato potenzialmente astensionista. Ma pesca dove pesca Mario Monti: al crescere dell’uno corrisponde il
foto Reuters).