Foglia: un errore rinviare la ricapitalizzazione, frenerà l’economia
MILANO — «Queste misure modeste e incrementali lasciano la fragilità sistemica. Non avremo singoli episodi di crisi per singoli istituti di credito, come accade invece negli altri settori dove un’azienda in difficoltà non coinvolge anche le altre. Tutte le banche ne risentiranno». L’economista Antonio Foglia, consigliere della Banca del Ceresio, riflette sulla revisione degli standard di liquidità per gli istituti di credito previsti dalle regole di Basilea3 approvati ieri. Dov’è l’errore? «Era necessario fare come dopo la crisi del 1929. Allora i politici ebbero il coraggio di nazionalizzare le banche per metterle in grado di funzionare. Ora invece si è scelta una soluzione di tamponamento. In questo contesto economico di estrema difficoltà, le banche per essere solide hanno due vie: ricapitalizzare o essere più liquide. Ma quest’ultima ipotesi significa diminuire gli impieghi ed è da evitare per non ridurre il credito a imprese e famiglie». E chi non riesce a ricapitalizzare? «Bisognerebbe europeizzare le banche che non possono fare un aumento di capitale: immettere nei primi 90 istituti europei 1.000-1.500 miliardi. Fondi da chiedere al mercato o al fondo salva Stati Efsf, come sottoscrittore di ultima istanza. Se l’aumento sarà massiccio, il mercato di fronte a banche con una struttura di bilancio più solida comincerà a pensarle a premio e non più a credito». Quali sono i limiti della decisione di ieri? «Era necessario avere più visione e prendere politicamente decisioni più coraggiose. Invece c’è una miopia politica e una resistenza da parte del mondo finanziario, perché le banche non vogliono vedere ridimensionato il proprio potere. L’aumento di capitale andrebbe a scardinare l’attuale struttura di controllo degli istituti. La Bce dovrebbe riconoscere gli errori fatti». Le banche saranno però più solide? «Basilea3 richiede come capitale solo quanto in media una banca può perdere o guadagnare in un anno sul suo portafoglio. Gli hedge fund, che non possono contare su un salvataggio, hanno da 6 a 8 volte più capitale a parità di rischio. Delle undici grandi banche che già nel 2006 avevano capitali sufficienti anche per Basilea3, ben quattro sono saltate: in totale 37 dei 101 istituti con più di 100 miliardi di dollari di asset sono fallite nella crisi. Dunque Basilea3 è ancora largamente insufficiente».