Redditometro, come controllare le spese Ecco la soglia Istat degli 007 del Fisco
Dai detersivi alla scuola: i parametri di riferimento per le dichiarazioni
ROMA — Come facciamo a sapere se stiamo spendendo più di quello che il Fisco ritiene normale per un nucleo familiare che dichiara un reddito come il nostro? La domanda da quest’anno rileva, visto che i controlli del nuovo redditometro scattano in automatico quando i due valori discordano per più del 20%. In quel caso l’Agenzia delle Entrate ci chiederà conto della discrepanza e inizierà un ping pong tutto da giocare.
Meglio allora tenere sotto controllo le spese, sapendo che il meccanismo del redditometro, che si applicherà a partire dai redditi del 2009, prevede che per 26 tipologie di beni e servizi sui 56 presi in considerazione si tenga per buono il valore più alto tra quello dichiarato dal contribuente e quello risultante dalle medie dell’Istat.
Facciamo un esempio: supponiamo che il contribuente possegga un’automobile per la cui manutenzione spende 5 mila euro l’anno, come risulta dalle relative ricevute. Nel momento in cui quel contribuente venisse sotto-
Anche qui è meglio affidarsi a un esempio relativo al 2011: per una coppia con figlio che vive a Milano l’Istat ipotizza una spesa mensile media per alimentari e bevande di 579,45 euro, che equivale a circa 7 mila euro annui. Ma se i figli diventano due l’esborso mensile medio diventa di 642,97 euro, un valore che, per lo stesso tipo di famiglia, a Roma scende a 585,61 euro e a Napoli invece sale a 634,07 euro.
Nelle tabelle qui illustrate abbiamo ipotizzato di avere a che fare con una coppia con uno, due o tre figli, residente a Milano, a Roma o a Napoli. Per ciascuna di queste tipologie familiari abbiamo riportato il valore medio di spesa che l’Istat attribuisce a ciascuna tipologia di beni. Tra questi beni, abbiamo scelto solo quelli che il redditometro prende in considerazione, tralasciando invece quelli per i quali il nuovo strumento di accertamento non prevede una comparazione con i valori medi dell’Istat. Perciò non troverete nelle tabelle l’assicurazione dell’auto, perché questo dato il Fisco lo ricava dall’anagrafe tributaria, né troverete la bolletta elettrica, perché la nostra spesa per l’energia il Fisco la rintraccia incrociando le banche-dati, dunque non ha bisogno di un riscontro con le medie dell’Istat.
Tra i beni considerati nelle tabelle ci sono invece spese come quelle per i libri scolastici il cui valore mensile potrebbe apparire poco significativo: ad esempio 5,95 euro per una