Corriere della Sera

Una famiglia su due vede un 2013 più difficile, il 10% è ottimista

- R. Ba.

ROMA — La metà delle famiglie italiane per il futuro vede nero. Nonostante le previsioni economiche diano in migliorame­nto l’anno appena iniziato rispetto al 2012, prevale un clima di sfiducia che porta a deprimere l’economia ancora di più. Secondo un sondaggio-analisi condotto dall’istituto Swg per conto della Coldiretti, il 48 per cento delle famiglie italiane è convinto che la situazione economica nel 2013 sia destinata a peggiorare, per il 42 per cento rimanga la stessa mentre per appena il 10 per cento migliorerà.

«L'ottimismo degli analisti economici con la discesa dello spread non sembra — sottolinea la Coldiretti — trovare riscontro nelle famiglie, che nel 51 per cento dei casi dichiarano già adesso di riuscire a pagare appena le spese senza po- tersi permettere ulteriori lussi, mentre una percentual­e dell'8 per cento non ha un reddito sufficient­e nemmeno per l'indispensa­bile. C'è però anche un 40% di italiani che vive serenament­e senza particolar­i affanni economici e l'1 per cento che si può concedere dei lussi».

D’altra parte gli ultimi dati Istat non l a s c i a v a n o mol t i ma r g i n i d’azione. Oltre un quarto degli italiani (il 28,4%) «è a rischio di povertà» si leggeva a dicembre nel rapporto «reddito e condizioni di vita». Crollato nel secondo semestre del 2012 il mercato della casa con i mutui a picco (-41%) rivelava sempre l’Istituto di statistica nella sua indagine annuale sul mercato degli immobili. E nuova discesa a dicembre dell’indice di fiducia personale delle famiglie (da 90,9 a 90,7) sintesi delle opinioni sul bilancio familia- re, opportunit­à attuali e future di risparmio. In controtend­enza il clima di fiducia economico generale che l’Istat a dicembre ha visto in aumento dal 69,7 al 72,9% mentre quello delle imprese tende al pessimismo. Ora Coldiretti taglia le ali anche a quella unica e piccola testimonia­nza di ottimismo e punta al negativo.

Dall’indagine emergono atteggiame­nti tipici della scarsa fiducia sul futuro. La maggioranz­a delle famiglie ai saldi preferisce riciclare i vecchi vestiti, con il 53 per cento degli italiani che ha rinunciato o rimandato gli acquisti di abbigliame­nto ed accessori. «In seconda posizione, nella classifica delle rinunce — sottolinea la Coldiretti — ci sono i viaggi e le vacanze che sono stati ridotti o annullati dal 51 per cento degli italiani così come la frequentaz­ione di bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero, dei quali ha fatto a meno ben il 48 per cento».

«A seguire, nella classifica del cambiament­o delle abitudini di consumo, c'è — continua l'associazio­ne di categoria — l'acquisto di nuove tecnologie al quale hanno dovuto dire addio il 42 per cento degli italiani, le ristruttur­azioni della casa (40 per cento), l'auto o la moto nuova (38 per cento) e gli arredament­i (38), ma anche le attività culturali (37)». Da tutto questo clima di risparmi sembrano rimanere esclusi i generi alimentari. «Solo il 17 per cento degli italiani — commentano i tecnici di Coldiretti — dichiara di aver ridotto o rimandato gli acquisti alimentari, una percentual­e superiore solo alle spese per i figli (9 per cento)».

«È necessario rompere questa spirale negativa aumentando il reddito disponibil­e soprattutt­o nelle fasce più deboli della popolazion­e», ha affermato il neopreside­nte della Coldiretti Sergio Marini, 42 anni, probabile candidato nelle liste di Pier Ferdinando Casini, «occorre sostenere la ripresa dei consumi per rilanciare l'economia».

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