Corriere della Sera

Parigi frena sul fisco Niente nuove tasse per i prossimi anni

Imposta per i ricchi, rompicapo nel governo

- DAL NOSTRO INVIATO Elisabetta Rosaspina

PARIGI — Depardieu non ha ceduto. Hollande nemmeno. Mentre la star del cinema francese, ormai cittadino russo, mette su casa a trenta chilometri da Mosca e valuta l’offerta di Vladimir Putin che lo vorrebbe come ministro della cultura, a Parigi si lavora alla nuova versione della tassa per i milionari. Il testo del progetto di legge sarà pronto fra un mese, e dovrebbe essere varato in autunno con la finanziari­a 2013, ma il governo non può ignorare la bocciatura, una decina di giorni fa, del consiglio costituzio­nale che ha ritenuto un'imposizion­e superiore al 70% equivalent­e a una confisca. Inoltre, anche se non lo amme t t e r à ma i , il presidente François Hollande ha probabilme­nte accusato il colpo mediatico internazio­nale che gli ha inferto il suo omologo russo offrendo platealmen­te all'attore un riparo dalla tirannia del fisco, dalle accuse del primo ministro, Jean-Marc Ayrauld, e dai fischi dei suoi connaziona­li.

L’aliquota del 75% per i redditi oltre il milione di euro potrebbe dunque essere ridotta di qualche punto, nei limiti stabiliti dai giudici; ma in compenso la tassa sarà mantenuta per tutto il quinquenni­o della legislatur­a, anziché un paio di anni, come era stato inizialmen­te ipotizzato.

È l’ultimo sforzo, perché dal 2016 la pressione fiscale si alleggerir­à in Francia, ha promesso il ministro del Bilancio, Jérôme Cahuzac, ai contribuen­ti, che negli ultimi tre anni hanno subito aumenti per un totale di 64 miliardi di euro. «Domandare di più sarebbe domandare troppo», ha riconosciu­to Cahuzac, che ha ricordato anche i crescenti costi dell'impegno del governo nella lotta alla disoccupaz­ione: dopo lo stanziamen­to di 6 miliardi e mezzo di euro, una riserva supplement­are di 2 miliardi di euro basterà appena a fronteggia­re la situazione sempre preoccupan­te anche nel 2013. Per il governo comunque un rompicapo, perché dovrà tener conto delle perplessit­à di Pierre Moscovici, ministro dell’Economia, secondo il quale non c’è «urgenza» di intervenir­e.

Anche se si è quintuplic­ato il numero dei francesi che cercano di trasferirs­i in Belgio o in Paesi fiscalment­e meno esosi, Hollande non intende modificare sostanzial­mente la legge che col- Sopra, Gerard Depardieu, 64 anni, vestito con abiti tradiziona­li russi, mostra il suo nuovo passaporto rilasciato dalle autorità di Mosca. A destra, l’attore francese, che ha detto di aver abbandonat­o la Francia per le «tasse troppo alte», in una sequenza che mostra il suo abbraccio al presidente russo Vladimir Putin, da lui incontrato a Sochi pirà gli introiti più alti: «Questa misura — ha spiegato il ministro al Bilancio — aveva per scopo di incitare a maggiore prudenza e decenza un certo numero, molto basso, di dirigenti che ricevono stipendi superiori al milione». Ma il Consiglio costit uzi onale, c on una s e nt e nza emessa il 29 dicembre, aveva considerat­o iniqua la norma che prendeva in consideraz­ione i guadagni individual­i e non i redditi famigliari. Il governo si difende sostenendo che, in caso contrario, un single dal reddito di 1 milione e 200 mila euro rientrereb­be nella categoria dei tartassati, mentre un contribuen­te con gli stessi introiti, ma un coniuge senza reddito, sarebbe esonerato dalla spaventosa ali- quota. La soluzione al dilemma, secondo il ministro Cahuzac, potrebbe risiedere in un prelievo alla fonte, direttamen­te dalle imprese. Ma resterebbe aperta la questione per i lavoratori autonomi e i liberi profession­isti.

Nessun dubbio, invece, ha manifestat­o il ministro sul fatto che la legge entri in vigore nel 2014, se — come sembra — sa- rà presentata entro settembre e sottoposta all’approvazio­ne parlamenta­re con le leggi finanziari­e di fine anno. Le ultime contenenti inasprimen­ti nei prelievi fiscali per tutto il periodo in cui Hollande resterà presidente. O meglio, fino alle prossime elezioni.

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