Addio ad Astroni il giornalista che amava la solidarietà
«Caro Gigi, come stai?». Gianluigi Astroni, che si è spento ieri a 73 anni, rispondeva immancabilmente: «Bene». Lui non voleva rattristare gli altri parlando della sua malattia contro la quale ha lottato a lungo come un leone sorridente, perché i colleghi del Corriere della Sera e tutte le persone che lo circondavano erano più importanti. Gli altri erano lo scopo della sua vita. Al Corriere tutti lo ricordano come il segretario di redazione, l’uomo che risolve i problemi di una macchina complessa come il quotidiano di via Solferino, sul quale si riversano ogni giorno questioni amministrative, legali, organizzative. Gigi affrontava tutto con pazienza, competenza e passione. Nel giornalismo era arrivato all’inizio degli anni ’70 dopo aver lavorato come ricercatore all’Istituto di Genetica dell’Università di Pavia, sua amatissima città natale. Ma la sua passione era il giornalismo. Era entrato al Corriere d’Informazione dove grazie alle sue straordinarie capacità organizzative venne presto chiamato alla segreteria di redazione. Con la chiusura del quotidiano del pomeriggio nel 1981 passò al Corriere della Sera come vice segretario e poi come segretario di redazione, incarico che mantenne fino al 2003. Lui ricevette la notizia e a lui toccò il compito di avvisare la redazione della scomparsa di Maria Grazia Cutuli uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001 e della Fondazione, sorta in memoria della giornalista del Corriere, volle essere uno dei più impegnati animatori. Perché Gigi Astroni non si occupava solo di governare la macchina del Corriere: lui era presente sempre dove c’era bisogno, fuori e dentro il giornale, sostenuto dalla moglie Elena e dai quattro figli: Livia, Luca, Mauro e Lorenzo. Era Astroni la colonna portante delle raccolte di fondi «Un aiuto subito» che il Corriere ha promosso in questi anni per soccorrere le popolazioni colpite da calamità naturali: dal terremoto de L’Aquila a quello dell’Emilia, senza dimenticare le alluvioni in Toscana e Liguria. Non solo le raccolte di fondi: con energia inesauribile effettuava sopralluoghi, convocava sindaci, tecnici ed esperti della Protezione civile per portare a termine nel più breve tempo possibile i progetti a cui i fondi erano destinati. E nel (poco) tempo libero si dedicava ad aiutare i ragazzi, dando una mano al figlio Mauro, sacerdote a Pavia, dove domani si terranno i funerali nella chiesa di Santa Maria del Carmine, in piazza del Carmine. La pensione non ne aveva interrotto l’attività. La sua presenza in redazione era continua. Ogni mattina libera accompagnava le scolaresche in visita al Corriere spiegando il mondo dei giornali, difficoltà e responsabilità del lavoro giornalistico, con pazienza e affetto. L’aiuto ai giovani era una delle sue ragioni di vita. Caro Gigi, il tuo sorriso e il tuo esempio ci aiuteranno ad affrontare il futuro.