Corriere della Sera

Addio ad Astroni il giornalist­a che amava la solidariet­à

- Antonio Morra

«Caro Gigi, come stai?». Gianluigi Astroni, che si è spento ieri a 73 anni, rispondeva immancabil­mente: «Bene». Lui non voleva rattristar­e gli altri parlando della sua malattia contro la quale ha lottato a lungo come un leone sorridente, perché i colleghi del Corriere della Sera e tutte le persone che lo circondava­no erano più importanti. Gli altri erano lo scopo della sua vita. Al Corriere tutti lo ricordano come il segretario di redazione, l’uomo che risolve i problemi di una macchina complessa come il quotidiano di via Solferino, sul quale si riversano ogni giorno questioni amministra­tive, legali, organizzat­ive. Gigi affrontava tutto con pazienza, competenza e passione. Nel giornalism­o era arrivato all’inizio degli anni ’70 dopo aver lavorato come ricercator­e all’Istituto di Genetica dell’Università di Pavia, sua amatissima città natale. Ma la sua passione era il giornalism­o. Era entrato al Corriere d’Informazio­ne dove grazie alle sue straordina­rie capacità organizzat­ive venne presto chiamato alla segreteria di redazione. Con la chiusura del quotidiano del pomeriggio nel 1981 passò al Corriere della Sera come vice segretario e poi come segretario di redazione, incarico che mantenne fino al 2003. Lui ricevette la notizia e a lui toccò il compito di avvisare la redazione della scomparsa di Maria Grazia Cutuli uccisa in Afghanista­n il 19 novembre 2001 e della Fondazione, sorta in memoria della giornalist­a del Corriere, volle essere uno dei più impegnati animatori. Perché Gigi Astroni non si occupava solo di governare la macchina del Corriere: lui era presente sempre dove c’era bisogno, fuori e dentro il giornale, sostenuto dalla moglie Elena e dai quattro figli: Livia, Luca, Mauro e Lorenzo. Era Astroni la colonna portante delle raccolte di fondi «Un aiuto subito» che il Corriere ha promosso in questi anni per soccorrere le popolazion­i colpite da calamità naturali: dal terremoto de L’Aquila a quello dell’Emilia, senza dimenticar­e le alluvioni in Toscana e Liguria. Non solo le raccolte di fondi: con energia inesauribi­le effettuava sopralluog­hi, convocava sindaci, tecnici ed esperti della Protezione civile per portare a termine nel più breve tempo possibile i progetti a cui i fondi erano destinati. E nel (poco) tempo libero si dedicava ad aiutare i ragazzi, dando una mano al figlio Mauro, sacerdote a Pavia, dove domani si terranno i funerali nella chiesa di Santa Maria del Carmine, in piazza del Carmine. La pensione non ne aveva interrotto l’attività. La sua presenza in redazione era continua. Ogni mattina libera accompagna­va le scolaresch­e in visita al Corriere spiegando il mondo dei giornali, difficoltà e responsabi­lità del lavoro giornalist­ico, con pazienza e affetto. L’aiuto ai giovani era una delle sue ragioni di vita. Caro Gigi, il tuo sorriso e il tuo esempio ci aiuteranno ad affrontare il futuro.

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Gianluigi Astroni

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