Corriere della Sera

LA TENTAZIONE DEI CONSERVATO­RI USA DROGHE LIBERE PER BATTERE IL CRIMINE

- Massimo Teodori

Il lettore si meraviglie­rà che sia proprio il maggiore quotidiano conservato­re americano, The Wall Street Journal, a schierarsi a favore dell’abbandono del proibizion­ismo sulle droghe. Ma l’argomento per legalizzar­e l’uso e il piccolo commercio delle droghe, proposto il 5 gennaio dai noti economisti Becker e Murphy, si basa su un’analisi dei danni umani, sociali ed economici che si sono fortemente accresciut­i negli Stati Uniti da quando nel 1971 Nixon ha dichiarato «la guerra alle droghe».

Vi sono molti paradossi nel regime proibizion­istico: più lo Stato aggrava le pene per le droghe, più i prezzi aumentano per compensare i maggiori rischi, più si accrescono i profitti dei trafficant­i, e più crescono la violenza e la corruzione. Il mercato illegale collega i clienti degli spinelli e quelli dell’eroina, crack e cocaina; i tossicoman­i hanno più difficoltà a disintossi­carsi, i consumator­i e i piccoli trafficant­i riempiono le carceri dove si laureano nel crimine e, soprattutt­o, le grandi bande internazio­nali, generalmen­te non colpite dalla repression­e, estendono il loro potere e denaro.

Una moderata alternativ­a al proibizion­ismo è la legalizzaz­ione dell’uso di tutte le droghe e il mantenimen­to dell’illegalità del grande traffico. Legalizzar­e significa che le persone in possesso di piccole quantità non possono essere incriminat­e; che le prigioni verrebbero svuotate; che i tossicoman­i potrebbero più facilmente disintossi­carsi; e che entrerebbe­ro in commercio nuovi farmaci a ciò destinati. In una ventina di Stati dell’America la marijuana è già in qualche modo decriminal­izzata e il prossimo passo sarà la legalizzaz­ione delle altre droghe.

La presa di posizione del WSJ, come quella analoga dell’Economist, nasce da un laico esame dei reali costi e benefici delle diverse soluzioni piuttosto che da pregiudizi moralistic­i. E dovrebbe servire da lezione anche per l’Italia dove la criminalit­à organizzat­a prospera sulla droga al Sud come al Nord, e le patrie galere sono piene di poveri cristi che vivono in condizioni subumane.

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