La Royal Opera celebra Verdi alla «Gangnam Style»
Londra L’idea: cantate il «Va’, pensiero». Su YouTube video amatoriali da tutto il mondo, oggi scelte le voci migliori
LONDRA — C’è chi canta tra pentole e fornelli preparando il tacchino di Natale, chi nel giardino del palazzo imperiale di Kyoto, chi davanti alla Royal Opera House di Sydney, chi mentre pulisce i vetri di casa.
Qualcuno dimentica le parole, qualcuno le storpia o se le inventa, ma non fa niente: conta solo cantare Va’, pensiero. L’iniziativa è della Royal Opera House: il teatro lirico di Covent Garden oggi apre le porte al grande pubblico di Internet con tre canali di dirette e trasmetterà le versioni più interessanti dell’aria verdiana in un grande coro virtuale.
Su YouTube — modello «Gangnam Style» — i contributi canori vanno dal virtuoso al comico: lo stonato bari- tono dello scrittore Will Self appartiene alla seconda categoria, così come la ragazza che ha registrato la sua versione a Londra davanti a un gran-
Il progetto
La compositrice Elspeth Brooke ne userà alcuni stralci per un’opera de cervo natalizio, ma lei, almeno, lo ammette. «Non azzecco una nota», premette. La compositrice Elspeth Brooke ne userà alcuni stralci per un’opera commissionata dalla Royal Opera House ispirata al coro del Nabucco: chi non sapeva da dove cominciare ha potuto usufruire di una breve lezione del tenore messicano Rolando Villazon a disposizione sul sito del teatro. Il proget- to fa parte dei festeggiamenti per il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi — che culminano ad aprile con un Nabucco con Placido Domingo e Liudmyla Monastyrska in scena e la regia di Daniele Abbado — ma si inserisce anche in un’iniziativa a lungo termine sul pubblico della Royal Opera House. L’obiettivo, spiega il direttore Kasper Holten, è quello di portare la liri- ca a un gruppo sempre più vasto e diversificato, non solo attraverso biglietti dai prezzi più avvicinabili, ma anche con le dirette nei cinema, la prove aperte, i laboratori. Oggi per dieci ore consecutive chi lo desidera può immergersi nel mondo della Royal Opera House.
Un atto di Wagner, le prove di Eugene Onegin, Il Minotauro di Harrison Birtwistle. Vent uno telecamere dietro le quinte, sul palcoscenico, nei camerini, in platea. Un grande fratello in versione lirica. «Spero sia un buon modo per far vedere al mondo cosa facciamo», sottolinea il direttore Holten.
«Credo che la gente rimarrà stupita di vedere quante persone servono, 24 ore al giorno, per mettere in scena questi spettacoli».