Non doveva esserci abbatte la Signora È nata la stella Icardi
La stella cometa della Sampdoria arriva allo Juventus Stadium, dopo un percorso tortuoso. Mauro Emanuel Icardi Rivero, 20 anni il 19 febbraio («Mi sono fatto il regalo per Natale e compleanno assieme»), illumina l’Epifania doriana, travolgendo le sicurezze della capolista. Doppietta nella casa dei campioni d’Italia, un gol per cui deve ringraziare Buffon (e lo fa, educato), un gol per cui deve tutto a madre natura e ai suoi genitori, scappati dalla crisi economica dell’Argentina all’inizio del terzo millennio, per la sicurezza di Las Palmas, Canarie. Maurito neanche doveva esserci, a Torino. Doveva stare tra Mendoza e San Juan, dove è in programma il campionato sudamericano under 20 (9 gennaio-3 febbraio). Il ds Pasquale Sensibile gliel’aveva promesso, poi però è caduto in disgrazia e la Samp, alle prese con gli infortuni di Maxi Lopez e Pozzi, lo ha bloccato. Il procuratore Abian Morano ha montato un caso, si è arrivati vicini al divorzio. E ora? «Non penso alla nazionale, ma a far bene qua. Ho risposto nell’unica lingua che conosco, quella del gol». Ne ha sempre fatti moltissimi. Pupillo di Guardiola, il Barcellona deve contenderlo al Real Madrid attratto dai 384 gol segnati con l’Union Deportiva Vecindario. La spunta il Barça: Leo Messi è di Rosario come Maurito e gli spedisce sms e magliette autografate (anche se lui ama Batistuta). Il paradosso è che Icardi paga la sindrome Messi, la stessa fatale a Ibra: i blaugrana aboliscono il centravanti dalla prima squadra ai pulcini. Qui è bravo Riccardo Pecini, allora dirigente delle giovanili doriane (ora con Ranieri al Monaco): prestito con diritto di riscatto. Alla Samp costa 400 mila euro. Nel campionato Primavera 2011-2012 segna 19 gol in 23 gare e, tra gli altri, viene messo sotto osservazione dal duo Marotta-Paratici costretti, per ora, a digerire la sua doppietta alla Juve, dopo la rete al Genoa nel derby. «Una cosa incredibile». Maurito segna solo gol importanti. La baruffa internazionale sembra alle spalle. Ma a giugno c’è il Mondiale. «Se continuo così, merito di andare. Dedico questi gol alla gente e alla mia fidanzata». Dalla lite alla gloria, la stella che non doveva esserci è quella che brilla di più.