Errori, orrori e baby Icardi La Juve inciampa sulla Samp
Super rimonta dei blucerchiati sotto di un gol e in 10
TORINO — La maledizione del 6 gennaio. Come uno spettro d’altri tempi, sepolto in un periodo oscuro e risvegliato da qualche incauto passante, la prima partita dell’anno della Juventus si trasforma nella galleria degli orrori/errori.
Nel 2011 con l’infortunio di Quagliarella, l’espulsione di Felipe Melo e l’1-4 subito dal Parma, cominciò a inabissarsi il progetto di Gigi Delneri. Adesso (1-2 con la Sampdoria) la situazione è diversa, anche se il senso di impotenza che accompagna la prima partita dell’anno — terza sconfitta, di cui seconda in casa, dopo Inter e Milan, primo gol subito allo «Stadium» dopo 548’ — è lo stesso e l’infortunio a Marchisio, che se ne va in barella, è un’immagine che non aiuta a superare il trauma. È una gara grottesca, che pare segnata anche quando Madama è in vantaggio e con un uomo in più. Il segno è che il portiere Romero (rimesso in piedi a tempo di record dal dottor Claudio Mazzola, l’ortopedico della Samp) è determinante, subito prima (Giovinco) e su- bito dopo (mischia rugbistica con pallone artigliato sulla linea) l’1-0, ma nel secondo tempo non fa una parata.
Fuori dalle cabale, la sconfitta bianconera appare inusitata. Eppure lo scampato pericolo con il Cagliari, nell’ultima uscita del 2012, doveva aver insegnato qualcosa. Ma una Juve così svagata e imprecisa si è vista poche volte, nel periodo «contiano». Nel campionato 2011-2012 la Juventus non ha perso una partita, mentre in questa stagione siamo già a quota tre nel girone d’andata. «Non siamo marziani» sostiene giustamente l’allenatore, che non nasconde la sua delusione e anche la sua irritazione per due rigori non concessi alla sua squadra. Siamo d’accordo per Palombo-Matri, meno per Gastaldello-Bonucci. L’arbitro Valeri azzecca di sicuro il rigore per fallo di Berardi su Marchisio (trasforma Giovinco) e l’espulsione del doriano per doppia ammonizione (fiscale ma ineccepibile). Poi, però, non ha il coraggio di fischiare un altro rigore e di ridurre in nove la Samp a cui annulla, in precedenza, un gol di Eder per un fallo inesistente su Buffon.
La sua direzione è discontinua, i danni sono ripartiti, quindi torniamo alla partita dove Delio Rossi e la Samp sono eccezionali nell’affrontare quell’ora in inferiorità numerica: difesa a 4, senza rinunciare a 2 punte, per larghi tratti gioca con un 7-2-1. Per la statistica, è la quinta espulsione a favore dei bianconeri nelle ultime cinque gare. Per la cronaca, questa volta la Juventus non ne approfitta per gli errori e la condizione precaria di molti giocatori, a cominciare da Buffon (papera sul primo Icardi), continuando con l’abulia di Pogba, la leggerezza di De Ceglie, le amnesie di Pirlo, fino alle solite difficoltà offensive. Nel secondo tempo la Juve trova solo la traversa con Vucinic. Il tocco taumaturgico di Conte con le sostituzioni non funziona. L’allenatore, poi, ci mette del suo, mandando allo sbaraglio Peluso, evidentemente ancora inadatto alla difesa a tre.
Cosa c’è da salvare nella Juve? Qualche giocata di Padoin all’inizio, la continuità di Marchisio che, acciaccato, stringe i denti, l’agonismo del gruppo, ma in un modo arruffato, sbadato, scarico. L’unica buona notizia arriva alla fine di questo 6 gennaio maledetto: quella di Marchisio è solo una forte contusione al ginocchio. Una botta, insomma. Come quella che ha preso la Juventus, ci si può riprendere. Volendo.