Corriere della Sera

Messi pronto a calare il poker Mou «costretto» a schierare Casillas

- Federico Pistone

La foto sarà sempre la stessa, da quattro anni: Leo Messi imprigiona­to dallo smoking che imbraccia un trofeo più grande di lui, il Pallone d’oro. Oggi a Zurigo (diretta dalle 18.30 su SkySport1, dalle 19 su Eurosport) si presentano ufficialme­nte tre finalisti — in lizza anche Iniesta e Ronaldo — ma l’unica incertezza sembra essere quella sulla mise della Pulce: cravatta o papillon? A Barcellona danno già archiviata la quarta incoronazi­one consecutiv­a del gioiello blaugrana, che diventereb­be così il più premiato di sempre, più del presidente Uefa Michel Platini e dei mitologici olandesi Crujiff e Van Basten, tutti fermi a tre palloni. Cristiano Ronaldo, vincitore nel 2008 e tre volte secondo, ha già annunciato il broncio: lui che ha trascinato il Portogallo alla semifinale europea, persa ai rigori con la Spagna, e che col Real ha scippato lo scudetto proprio al Barça di Messi ritiene di avere più credito dell’argentino, che nel 2012 non ha vinto nulla, se non una insignific­ante Copa del Rey. Già rassegnato anche Andres Iniesta, signore della Spagna all’Europeo: «Non ho bisogno di ricevere un premio per sapere quanto valgo — mette le mani avanti il centrocamp­ista — o se ho fatto le cose bene o male». Da quando (2010) il Pallone d’oro viene assegnato non solo dai giornalist­i, ma anche dai c.t. e dai capitani delle nazionali Fifa, i titoli in bacheca diventano secondari a vantaggio della classe e del fascino in campo. Per questo, salvo sconquassi, Messi trionferà di nuovo e il Barcellona aggiungerà un’ulteriore umiliazion­e al Real Madrid, tenuto ieri a 16 punti di distanza nella Liga. Con tanto di beffa per Mourinho, fischiatis­simo al Bernabeu per la decisione di lasciare ancora in panchina Iker Casillas contro la Real Sociedad. Ma dopo pochi minuti il portiere della nazionale è stato «costretto» a entrare in campo per l’espulsione del nuovo titolare Adan, autore di un fallo da rigore. L’intervento cade al 5’ di gioco ma ci vogliono tre minuti abbondanti perché Casillas, rassegnato alla panchina, indossi la maglia, si allacci le scarpe, si infili i guanti e perfezioni i preparativ­i. Una situazione grottesca: i tifosi del Real dimentican­o il rigore contro e l’uomo in meno attaccando un applauso infinito per Casillas che vale il definitivo divorzio da Mou. E non importa se poi il portiere prende tre gol, rigore compreso. Il Real riesce comunque a vincere 4-3 grazie alla doppietta nella ripresa di Cristiano Ronaldo. In serata la risposta del Barcellona: 4-0 nel derby con l’Espanyol con rete di Xavi, due di Pedro e primo gol del 2013 di Messi. Ora ne mancano solo 90 per uguagliare il record mondiale battuto nel 2012 e per prenotare il quinto Pallone d’oro.

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(Afp) Conferma Leo Messi con il Pallone d’oro 2011

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