Shiffrin, lo sci inventa il dopo Vonn «Ma non paragonatemi a Lindsey»
Vincente a 17 anni: lo sponsor di Tomba e Miller crede in lei
La precocità è sua alleata ed è un segno distintivo. Come lo fu nel caso di Janica Kostelic — nella cui Zagabria venerdì sera ha centrato il secondo successo nella Coppa del mondo —, o in quelli di Linds e y V o n n e d i T i n a Maze . Mikaela Shiffrin, statunitense di Vail trapiantata a Burke-Vermont per motivi di studio, 18 anni da compiere in marzo, ha tutte le caratteristiche della predestinata. Nello sci equivale ad avere le stimmate della «santità».
L’astro nascente è lei, una doppietta di fila in slalom (prima ad Aare e poi, appunto, sul Monte dell’Orso nella capitale croata) lo sta a testimoniare tanto quanto il fatto che in gigante non è ancora tra le migliori ma è immediatamente a ridosso delle prime. Per parametrare la sua forza basta ricordare che nel 2010, quindi... l’altro ieri, partecipava ancora al Trofeo Topolino. Non solo: la sua carriera in Coppa del mondo è cominciata dopo una svista. Mikaela, quel giorno del 2011, passeggiava nel parco della Burke Mountain Academy e aveva lasciato il cellulare in camera: il padre e gli allenatori la stavano cercando per avvisarla che l’indomani avrebbe dovuto prendere un aereo.
Fu rintracciata in extremis e il pasticcio fu a lieto fine.
Per la verità di occasioni ce ne sarebbero state altre, perché dopo i successi giovanili (a 15 anni fu campionessa Usa di slalom), era evidente che nulla avrebbe fermato il suo destino. Ora è diventata più rapida della Vonn a vincere in Coppa, preceduta nel record assoluto solo da Judy Nagel (nel 1969 s’impose a 17 anni e cinque mesi). A proposito della Vonn, icona dello sci di oggi: Mikaela è l’opposto. Nel f i s i c o ( L i n d s e y s f i o r a l’1.80 di altezza, la Shiffrin ar- riva suppergiù a 1.70), nelle attitudini (Vonn è sciatrice completa, ma è più velocista; Mikaela divora paletti di slalom e sta imparando a domare le porte larghe, anche se un d o mani a g g i u nge r à i l s u - perG) e nel comportamento. Di SuperLindsey si ammirano (e si criticano) pure le modalità da vamp e i capricci, della ragazzina bionda con gli occhi chiari si elogia il modo di fare low profile. «Io erede della Vonn? Non scherziamo, non ho ancora fatto nulla» ha detto a Zagabria. Intanto si è levata la soddisfazione di far uscire di pista la Maze, regina dell’annata, costretta a forza-