Corriere della Sera

Sulle panchine e anche sui muri: quando la poesia invade le città

Da Seneca a Artmann: «pillole» per stimolare la riflession­e

- Di MICHELA PROIETTI

Sull’asfalto, in una panchina, graffiata su un muro. C’è una geografia sconosciut­a, quella dei versi poetici, che sorprende come un tramonto o un orizzonte. La poesia è una rinata necessità che dilaga fuori dalle pagine scritte e, come aveva previsto Alda Merini («la casa della poesia non avrà mai porte»), approda in luoghi non convenzion­ali. L’ultima «incursione» è avvenuta ad Albenga, in Liguria, dove sulle panchine del lungomare, i passanti si sono ritrovati a sostare sopra le massime filosofich­e di Epicuro e di Kant. «La più grande ricchezza è bastare a se stessi» (Epicuro), «Non conta quanto ma come si vive» (Seneca), «Agiamo in modo che ogni nostro atto possa diventare un ricordo» (Kant): pillole minime di pensiero forte che sorprendon­o le persone e le trascinano in un momento di riflession­e. Dalle targhe di ottone alla ferraglia di una panchina, la poesia si incontra nelle sedute della via dei Poeti di Merano, lungo il fiume Passirio, intagliate dai versi di grandi poeti come Luzi e Artmann. Chi passa da Pennabilli, nel paese di Tonino Guerra, vicino Rimini, si ritrova avvolto dai «luoghi dell’anima» del poeta romagnolo; poco più avanti, a Borgo San Giuliano, la poesia prende la forma di affreschi che ripercorro­no la rima cinematogr­afica di Fellini. Ad Amalfi, accanto alla cattedrale di Sant’Andrea i turisti si imbattono nei versi che Quasimodo declamò passeggian­do tra i terrazzame­nti: «Qui è il giardino che cerchiamo sempre ed inutilment­e dopo i luoghi perfetti dell’infanzia...» .

Ivan Tresoldi, il poeta di strada che ha imposto il suo segno con il motto «chi getta semi al vento farà fiorire il cielo», parla di «attacchi poetici capaci di creare una nuova identità collettiva». Con la sua performanc­e «Pagina Bianca» ha steso 2 mila metri quadrati di carta nelle piazze italiane, per fare esprimere a ognuno un punto di vista poetico. «Centinaia di pennelli e neppure uno spazio sprecato: mi sono reso conto che la poesia, alla gente, manca enormement­e», dice l’artista milanese, che con i suoi assalti ha conquistat­o il palazzo della Rinascente. «Se avessi consegnato la mia poesia a un libro avrebbe raggiunto meno persone, la strada ha una forza diversa, e perdere una parola è come perdere un colore». Per trovare la poesia basta alzare lo sguardo. «Io l’ho trovata incisa nelle baracche di Haiti, nei muri palestines­i e nel carcere di Bollate, dove le detenute hanno scritto i loro versi».

A Dublino la caccia al tesoro è più semplice: ogni anno, il 16 giu- gno, si festeggia il «Bloomsday», ripercorre­ndo le tappe dell’Ulisse, ma la città in ogni periodo è seminata di cartine e targhe d’ottone. «Personalme­nte trovo evocative anche le statue dei poeti, come quella di Lamartine sul lago di Bourget in Savoia», dice il poeta Giuseppe Conte, che ha incontrato messaggi poetici nella Ginevra di Borges, a Manosque, in Provenza e negli autobus scozzesi tappezzati con poster di poesia. «È un concetto whitmanian­o della poesia, più democratic­o, il verso che scende dall’Olimpo e si siede al tavolino di un bar per illuminarc­i». La poetessa Vivian Lamarque, che tra pochi giorni sarà «incisa» sul lungomare di Caorle («benché io sia, mi pare, abbastanza vivente e in discreta salute!»), applaude l’onda popolare della poesia. I versi «Oh il mare di quelle belle sere d’estate!/ Mare, mare, voglio dirgli una cosa/ prima dell’eternità» saranno tradotti anche in lingua tedesca dal poeta Christoph Aigner. «Sì, l’ultima cosa che ti aspetti andando in giro è di trovarti faccia a faccia

 ??  ?? Lettere a Lucilio La massima «non conta quanto, ma come si vive» si trova nelle Lettere a Lucilio scritte da Seneca dopo il ritiro dalla vita politica (dal 62 al 65) Questo il brano in cui è contenuta la riflession­e: «Ti scongiuro, o Lucilio, facciamo...
Lettere a Lucilio La massima «non conta quanto, ma come si vive» si trova nelle Lettere a Lucilio scritte da Seneca dopo il ritiro dalla vita politica (dal 62 al 65) Questo il brano in cui è contenuta la riflession­e: «Ti scongiuro, o Lucilio, facciamo...
 ??  ?? con un verso. Quando ti capita è come essere a un tratto in un altrove dove parlano un’altra lingua». Come quella volta che fuori dalla stazione di Pesaro ha trovat o u n a p o e s i a d i ma r mo , i n un’aiuola:
di Gianni d’Elia per Falcone e...
con un verso. Quando ti capita è come essere a un tratto in un altrove dove parlano un’altra lingua». Come quella volta che fuori dalla stazione di Pesaro ha trovat o u n a p o e s i a d i ma r mo , i n un’aiuola: di Gianni d’Elia per Falcone e...
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy