REFERENDUM, UN « SÌ » AI RICCHI DEL GOLF LA CROAZIA SI AGGRAPPA AL TURISMO
Ville, complessi alberghieri, club di tennis ed equitazione, campi da golf: la struttura turistica progettata dallo «Squalo bianco», l’australiano legenda del golf Greg Norman, si farà. L’hanno deciso i cittadini di Dubrovnik nel terzo referendum della recente storia croata, dopo le consultazioni del 1991 sull’indipendenza e del 2012 sull’ingresso nella Ue. Non è stato raggiunto il quorum, i promotori non fermeranno il progetto da oltre un miliardo di euro. Esercizi di democrazia in quello che, dopo la Slovenia, è il secondo Stato sorto dalle ceneri della Jugoslavia ad aver concluso l’iter di adesione: dal prossimo primo luglio la Croazia sarà la 28esima nazione dell’Unione Europea.
Il voto di ieri vedeva contrapposte due idee di sviluppo, in un Paese di 4 milioni di abitanti che è stato duramente colpito dalla crisi e trova nel turismo un settore strategico in questa prolungata transizione all’economia di mercato: la difesa a oltranza di un tesoro paesaggistico e stori- co di rara bellezza contro l’apertura a un turismo di alta gamma che mira a produrre posti di lavoro e trasformare la perla dell’Adriatico in una località mondana inserita nel circuito internazionale dei ricchi appassionati di golf. Il piano è destinato a un’area di proprietà privata di 300 ettari sulla collina di Srdj che porta ancora i segni della guerra del 1991-95 e domina il centro storico patrimonio dell’umanità, equilibrio fragile di architetture medievali, fortificazioni in pietra, giochi di luce tra il mare cristallino e la montagna. L’anima di Dubrovnik in vendita? Lo stesso sindaco si era schierato per il sì al progetto di riqualificazione di un luogo «trascurato per quindici secoli» — eppure oggetto del primo referendum ottenuto dai cittadini, tramite raccolta firme, nello Stato post-comunista. Simbolico gesto di autodeterminazione per un Paese che impara a governare il proprio destino.
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